Il collezionista di pietre dell’Adige

Luigi Lineri da cinquant’anni raccoglie sassi lungo il corso dell’Adige convinto che siano stati scolpiti da uomini primitivi
Il magazzino di Luigi Lineri è tappezzato di pietre. Decine di migliaia di pietre: le loro forme ricordano teste di animale, pesci, volti umani, organi sessuali maschili e femminili.
Negli ultimi cinquant’anni, camminando lungo l’argine dell’Adige alle porte di Verona ha costruito, sasso dopo sasso, questa strabiliante collezione.
“Non le ho contate e non ho intenzione di farlo, ma per me la quantità è sacra: ci vuole molto tempo per costruire una cattedrale”, spiega davanti alla sterminata collezione di sassi.
“Quando ho trovato le prime pietre una miriade di emozioni mi investì: iniziai a fantasticare su chi fosse l’autore della scultura, come vivesse e cosa pensasse mentre scolpiva questi capolavori”, racconta.
Lui crede che siano state modellate da uomini primitivi e non dalle acque dell’Adige, nonostante non abbia voluto fare alcuna verifica indipendente per scoprire se si tratti davvero di arte preistorica.
Altri, la maggioranza, lo vedono come un eccentrico, ma in ogni caso ammirano la straordinaria opera compiuta dalla natura. A Lineri non interessa. Per lui sono tutte “opere d’arte” e lui è il custode del loro messaggio.