Foto inedite della vita quotidiana di un clan mafioso giapponese
Il fotografo Anton Kusters ha documentato riti e gesti di una famiglia appartenente alla più importante organizzazione criminale giapponese
Il fotografo belga Anton Kusters ha pubblicato il suo progetto intitolato Odo Yakuza Tokyo, che raccoglie le foto scattate durante i due anni passati con una delle famiglie criminali della mafia giapponese.
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Sono serviti dieci mesi di trattative per stabilire le modalità con cui Kusters e suo fratello hanno potuto seguire e fotografare, dal 2009 al 2010, uno dei clan più importanti della Yakuza, la celebre organizzazione criminale giapponese.
In particolare, affinché la sua proposta venisse accettata, Kusters ha dovuto provare di non essere interessato a un reportage giornalistico, ma a scattare fotografie dal valore esclusivamente artistico ed estetico.
La famiglia fotografata da Kusters controlla le strade di Kabukicho, nel cuore di Tokyo. Nelle immagini ne viene ritratta la quotidianità, il linguaggio fatto di gesti, tatuaggi, riti e di rispetto assoluto per la gerarchia.
Cose da sapere sulla Yakuza
La Yakuza nacque come organizzazione di scommettitori clandestini delle classi sociali più disagiate nel 1600, per poi svilupparsi e diventare una delle più brutali e ricche organizzazioni criminali del mondo.
Conosciuti per la loro ferocia, i membri della Yakuza ricoprono tradizionalmente i loro corpi con intricati tatuaggi.
Sono noti anche per tagliarsi le loro stesse dita come segno di “apologia” per il gesto di uno dei loro antichi capi, il quale a sua volta fece la stessa cosa per salvare un altro membro dell’organizzazione.
Si ritiene che i membri della Yakuza siano circa 100mila. Quando vengono reclutati in piccole gang, sono portati in luoghi segreti dove vengono formati attraverso combattimenti e momenti di meditazione.
Più di tremila membri appartenenti alla più grande gang Yakuza del mondo recentemente si sono distaccati dall’organizzazione, provocando una faida sanguinosa nella parte occidentale della città di Kobe.
Nel 1980 almeno 500 persone furono arrestate e 20 uccise in una faida analoga per il controllo dei vertici di Yakuza.
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Il progetto Yakuza è un resoconto visivo della vita di una subcultura inaccessibile, del suo legame complesso con la società giapponese e soprattutto delle difficoltà interiori derivanti dal farne parte.
Secondo il fotografo, i membri dei clan criminali sono costretti a vivere un conflitto morale tra la loro affiliazione alla mafia locale e il loro desiderio di vivere una vita normale.