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Ungheria, cancellata la legge anti-Soros di Orban. Ma per le Ong anche le nuove regole sono incostituzionali

Immagine di copertina
Il primo ministro ungherese Viktor Orban. Credit: EPA/JOHN THYS / POOL

Ungheria, cancellata la legge anti-Soros di Orban. Ma per le Ong anche le nuove regole sono incostituzionali

Il parlamento ungherese ha approvato una nuova legge sulle organizzazioni non governative, abrogando la cosiddetta legge “Stop Soros” contro cui si era pronunciata la Corte di giustizia europea l’anno scorso. In una sentenza dello scorso giugno, il tribunale con sede a Lussemburgo aveva dichiarato che la legge approvata nel 2017 aveva “introdotto restrizioni discriminatorie e ingiustificate”, obbligando le Ong che ricevono finanziamenti esteri a rendere pubblici i propri finanziatori e a registrarsi.

Una sentenza che Amnesty International aveva definito “storica” e che Bruxelles ha chiesto a più riprese di rispettare, avviando una procedura di infrazione a febbraio. Anche la nuova legge tuttavia ha sollevato preoccupazioni nel mondo delle ong, che ne mettendo in dubbio la legittimità.

Le nuove norme, che entreranno in vigore il 1° luglio 2021, impongono alle autorità ungheresi di pubblicare ogni anno un resoconto su tutte le organizzazioni che hanno un bilancio che supera i 20 milioni di fiorini (55.000 euro). La legge esclude dai controlli le organizzazioni religiose e sportive che ricevono grandi quantità di fondi pubblici.

“Siamo convinti che la nuova legge non solo sarà incostituzionale, ma questa incostituzionalità comporterà anche una tangibile violazione dei diritti fondamentali quando la legge entrerà in vigore”, ha detto in una nota l’Unione delle libertà civili ungherese (Hclu) dopo l’approvazione della nuova legge ieri, accusandola di violare il diritto di associazione, alla privacy e alla libertà di espressione.

Pressioni di Bruxelles

A febbraio la Commissione europea aveva avviato una nuova procedura di infrazione contro Budapest per la legge del 2017, facendo avanzare anche una seconda procedura d’infrazione, aperta lo scorso ottobre, riguardo la legislazione nazionale sul diritto d’asilo adottata durante la pandemia. La proposta per una nuova legge è stata presentata in parlamento due giorni dopo la scadenza del 18 aprile stabilita dalla Commissione prima di chiedere alla Corte di giustizia europea di infliggere sanzioni al paese.

La legge approvata nel 2017, che secondo la Corte era contraria alla libera circolazione dei capitali, alla libertà di associazione e alla protezione dei dati personali, obbligava le organizzazioni non governative a registrarsi come “organizzazioni che ricevono sostegno dall’estero” se ricevevano donazioni di importi dall’estero per 22.000 euro.

Il governo ungherese ha sostenuto che l’obiettivo principale della legge era la trasparenza dei finanziamenti destinati alle Ong. Osservatori e attivisti l’hanno invece considerata parte degli attacchi al miliardario statunitense di origine ungherese George Soros, che con la sua Open Society Foundation ha sostenuto organizzazioni critiche del primo ministro Viktor Orban, al potere dal 2010. L’anno successivo all’approvazione della legge, la fondazione aveva annunciato che avrebbe lasciato il paese.

Dopo la vittoria alle elezioni nel 2018, la terza consecutiva, Orban ha promesso “cambiamenti significativi” favorendo misure controverse per riformare la scena culturale e accademica del paese, accusate di veicolare idee liberali.

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