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Home » Esteri

Ue, raggiunto l’accordo sul salario minimo: ecco che cosa prevede

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L’Unione Europea ha approvato ieri sera una direttiva che reintroduce il meccanismo della “scala mobile” applicato al salario minimo: un atto che punta a introdurre in tutti i Paesi dell’Unione un salario che non scenda al di sotto di una soglia della decenza e della sopravvivenza e a stabilire un nesso tra potere d’acquisto, produttività e busta paga. Discussa a livello informale da Parlamento Ue, Commissione e Consiglio, la direttiva dovrà essere votata dal Parlamento e infine ratificata dal Consiglio dei ministri Ue del Lavoro entro giugno. Toccherà poi ai Paesi membri recepirla entro due anni.

“Nel pieno rispetto delle diversità nazionali il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell’Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva”, ha scritto su twitter lo staff della presidenza di turno francese dell’Ue.  Adottato con l’obiettivo “lasciare inalterata la capacità di sopravvivenza di chi percepisce la retribuzione minima”, il provvedimento non sancisce l’obbligo di adottare il salario minimo ma punta a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi rispettando le diverse impostazioni nazionali dei 27 e a rafforzare il ruolo della contrattazione collettiva. Per il momento non sarà vincolante per quei Paesi come l’Italia che non hanno una regolamentazione in materia, ma il principio che stabilisce non potrà essere ignorato e avrà un impatto sul dibattito politico interno.

L’idea delle istituzioni europee nell’accordo è quella di rispettare le diverse tradizioni di welfare dei Ventisette, arrivando però a garantire “un tenore di vita dignitoso”, a ridurre le disuguaglianze e a mettere un freno ai contratti precari e pirata: la necessità di introdurre una soglia minima di retribuzione si accompagna infatti a quella di aumentare la copertura della contrattazione nazionale, soglia che nel nostro Paese riguarda già l’80 per cento dei lavoratori. Ma secondo il ministro del Lavoro italiano, Andrea Orlando, il provvedimento “spingerà di più verso interventi che salvaguardino i livelli di salario più bassi e verso una disciplina organica”. Più dettagli saranno dati in una conferenza stampa fissata per oggi.

Insieme all'”Automatic indexation“, l’Ue sta anche discutendo un provvedimento simile, e cioè una raccomandazione sul “reddito minimo”, che in Italia adesso si chiama Reddito di cittadinanza, ma che già a partire dal 2017 era contenuto nel cosiddetto Reddito di inclusione. La raccomandazione, che dovrebbe essere adottata tra settembre e ottobre, non sarà vincolante: l’Ue inviterà a inserire nelle rispettive legislazioni una misura a favore di un sostegno universale rispettando il principio della “adeguatezza”.

 

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