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Home » Esteri

Il Texas impone il divieto all’aborto dopo le 6 settimane

Immagine di copertina
Credit: Stefani Reynolds / CNP

Da oggi il Texas diventa il primo Stato americano ad imporre un divieto quasi totale all’aborto dopo che la Corte Suprema ha evitato di pronunciarsi contro il Senate Bill 8 (SB8). Chiamata anche “legge del battito cardiaco”, la norma proibisce l’interruzione di gravidanza dopo le sei settimane di gestazione cioè quando è presente il battito cardiaco e non prevede eccezioni neanche in caso di stupro o incesto.

“Il nostro creatore ci ha dotato del diritto alla vita. Eppure milioni di bambini perdono il diritto alla vita ogni anno a causa dell’aborto”, aveva detto a maggio Greg Abbott, governatore repubblicano del Texas, quando la legge era stata approvata. Secondo l’organizzazione Whole’s Women Health con questo provvedimento saranno impossibili il 90 per cento degli aborti attualmente praticati nel Texas. La legge texana contro l’aborto incentiva inoltre qualsiasi privato cittadino negli Stati Uniti a intentare causa civile contro i medici abortisti o chiunque collabori alla procedura di interruzione della gravidanza.

Negli Stati Uniti l’aborto è diventato legale nel 1973 in seguito alla storica sentenza della Corte Suprema, passata alla storia come Roe contro Wade. La decisione garantiva alle donne il diritto costituzionale all’aborto fino al punto in cui un feto può sopravvivere al di fuori dell’utero: generalmente intorno alle 24 settimane. Non essendoci però una legge a livello federale, ogni Stato può decidere quali sono i criteri e i limiti entro i quali poter interrompere una gravidanza, e negli ultimi anni molti governatori repubblicani hanno limitato o cercato di limitare molto la possibilità di aborto, nonostante le contestazioni delle organizzazioni che si occupano di diritti delle donne.

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