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Spia russa avvelenata, l’Organizzazione contro le armi chimiche conferma la tesi del Regno Unito

Immagine di copertina
Sergej Skripal è stato avvelenato insieme alla figlia il 4 marzo 2018

L'Opac dice che le sue analisi hanno confermato le conclusioni di Londra, ma non fa alcun riferimento alla presunta origine russa della sostanza tossica

L’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) ha confermato la tesi britannica sull’avvelenamento dell’ex spia russa Sergej Skripal.

In una nota ufficiale l’organizzazione internazionale ha affermato che le sue analisi hanno confermato le conclusioni di Londra, ma non ha fatto alcun riferimento alla presunta origine russa della sostanza tossica utilizzata nell’attacco a Skripal.

“I risultati dell’analisi condotta dai laboratori designati confermano le scoperte del Regno Unito sull’identità dell’agente chimico tossico usato a Salisbury”, si legge nella dichiarazione dell’organizzazione con sede a L’Aja, in Olanda.

Nella nota si sottolinea anche la “grande purezza” della sostanza.

Il segretario di stato britannico, Boris Johnson, ha convocato per giovedì 18 aprile 2018 una riunione dell’Opac per “studiare” la situazione.

“Lavoreremo instancabilmente con i nostri partner per fermare l’uso inaccettabile di armi chimiche”, ha detto Johnson.

Il Regno Unito accusa la Russia di essere responsabile per l’avvelenamento a Sergej Skripal, ma Mosca ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento.

Il 4 marzo 2018 Sergej Skripal e la figlia Yulia sono stati trovati svenuti su una panchina in un parco di Salisbury, avvelenati con gas nervino.

La vicenda ha innescato una grave crisi diplomatica tra i due paesi.

Skripal nel 2006 era stato condannato a 13 anni di carcere dalla Russia per aver passato al servizio segreto di intelligence del Regno Unito, in cambio di 100mila sterline, le identità degli agenti segreti russi che lavoravano sotto copertura in Europa.

Nel luglio 2010 fu uno dei quattro detenuti rilasciati da Mosca in cambio di dieci spie russe arrestate dall’FBI, nell’ambito di uno scambio.

Skripal aveva ricevuto la grazia dall’allora presidente Dmitry Medvedev, oggi primo ministro, ed era subito volato nel Regno Unito, dove aveva ottenuto asilo politico.

Gli scienziati britannici che stanno indagando sull’avvelenamento dell’ex spia hanno detto di non essere in grado di dire dove è stato prodotto il gas nervino utilizzato.

Un portavoce del governo del Regno Unito ha dichiarato, rispetto al coinvolgimento della Russia, che “non c’è altra spiegazione plausibile”.

Mosca continua a negare qualsiasi coinvolgimento e ha invitato Londra a esibire le prove in suo possesso che dimostrerebbero la responsabilità della Russia.

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