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Home » Esteri

L’app delle Nazioni Unite per sfamare i siriani

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Si chiama Share the meal e consente di donare fino a 140 euro all'anno con il proprio smartphone, per regalare un pasto ai rifugiati siriani

Il World Food Program (Wfp) ha creato un’applicazione che permette a chiunque, da ogni parte del mondo, di donare soldi per aiutare a sfamare i 4 milioni di rifugiati siriani che si sono riversati nei paesi vicini attraverso il proprio smartphone.

S&D

Creata da una start-up di Berlino, l’app si chiama Share the meal (condividi un pasto), e consente di finanziare le iniziative del World Food Program in Giordania, uno dei Paesi con la più altra concentrazione di siriani fuggiti dalla guerra civile.

La nuova applicazione, disponibile sia per iPhone che per Android, consente di donare da un minimo di 0,5 dollari al giorno, il costo di una barretta energetica, fino a 150 dollari (140 euro) all’anno e le donazioni sono direttamente destinate al fondo del Wfp.

L’agenzia delle Nazioni Unite necessita infatti di 26 milioni di dollari a settimana per sfamare i 4 milioni di rifugiati siriani residenti nei Paesi che confinano con la Siria, e per l’insufficienza dei fondi a disposizione nel 2014 ha dovuto ridurre le razioni di cibo a 1.3 milioni di persone.

Il direttore del settore delle innovazioni del Wfp, Robert Opp, ha dichiarato all’agenzia Reuters: “Abbiamo ideato Share the meal per accrescere la fetta di persone che può contribuire alla causa, e cerchiamo partner nel settore privato che possano aiutarci”. Solo due mesi fa l’agenzia ha lanciato una nuova raccolta di fondi e una campagna di sensibilizzazione insieme a grandi marchi come McDonald’s e Google.

Lo scopo del progetto è diminuire le fame e migliorare le condizioni di vita nei campi profughi e nelle comunità siriane in Libano e Giordania, per cercare di diminuire il numero di persone che si imbarcano in un rischioso viaggio verso l’Europa.

Tradizionalmente, i donatori più influenti all’interno dei programmi del World Food Program sono i governi, ma l’organizzazione sta cerando altri modi per aumentare le proprie entrate. In un summit di emergenza tenutosi a Bruxelles lo scorso settembre, i membri dell’Unione Europea hanno promesso di donare un miliardo in più all’Unhcr (United Nations High Commissioner for Refugees), al Wfp e ad altre agenzie del settore, aumentando i fondi destinati alla Turchia, alla Giordania e al Libano.

La portavoce del World Food Program, Shada Moghraby, che lavora al campo per rifugiati a Zaatari, ha affermato che sono numerose le ragioni che spingono i siriani ad affrontare il viaggio verso l’Europa, ma sicuramente svolge un ruolo  fondamentale la mancanza di cibo.

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