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Il Medio Oriente sulla Luna: la (propagandistica) sfida nello Spazio fra Turchia ed Emirati

spazio turchia
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sul palco del National Space Program introductory meeting tenuto ad Ankara il 9 febbraio 2021. Erdogan ha annunciato che nel 2023 il primo cittadino turco sarà inviato sulla Luna. Credit: ANSA

Il governo di Ankara vuole inviare il primo cittadino turco nello Spazio attraverso una missione diretta sulla Luna entro il 2023, in occasione del 100esimo anniversario della Repubblica. La Turchia vuole tenersi alla pari con gli altri Paesi del vicino Oriente e con i concorrenti Paesi del Golfo, come gli Emirati Arabi Uniti che hanno anche loro l’obiettivo di inviare sulla Luna il primo cittadino emiratino.

S&D

Ne abbiamo parlato con Emanuela Locci, autrice della rubrica “Turchia e dintorni” per il Manifesto Sardo e cultrice di Storia Contemporanea del Mediterraneo all’Università di Torino.

Il Governo turco già da alcuni anni sta progettando di inviare una propria missione nello spazio. Quali sono gli obiettivi strategici del programma spaziale?
“Gli obiettivi del programma spaziale prevedono lo sbarco sulla Luna di una sonda creata grazie a un programma internazionale, al quale la Turchia parteciperà con la sua agenzia spaziale, TUA, che è stata fondata per volere del presidente Erdogan con un decreto presidenziale il 12 dicembre 2018. Secondo i piani turchi, nel 2028 sarà invece lanciata una sonda costruita interamente in Turchia, allo scopo di esplorare lo spazio e raccogliere informazioni scientifiche”.

Quali sono i costi del progetto e da dove sarà lanciata la sonda?
“Secondo le ultime informazioni il programma spaziale turco per il 2028 costerà più di 1 miliardo di dollari. Il lancio della sonda dovrebbe avvenire tra quattro anni dalla base che i turchi hanno costruito in Somalia. Il fatto che le date scelte ricadano nel centenario della fondazione della Repubblica è ovviamente un elemento puramente propagandistico”.

Anche gli Emirati Arabi Uniti vogliono inviare sulla Luna il primo cittadino emiratino. Di quali elementi si compone il loro progetto spaziale?
“Gli Emirati Arabi Uniti già da tempo collaborano con diversi enti aerospaziali internazionali, dalla Nasa, fino alle agenzie russa e giapponese. In diverse occasioni gli astronauti emiratini hanno svolto test e addestramento nelle diverse sedi di queste agenzie. Il 2019 è un anno cruciale in quanto il primo astronauta degli Emirati, Hazza Al Mansouri, ha partecipato ad una missione spaziale, diventando il primo cittadino del paese del Golfo ad andare nello spazio”.

spazio emirati arabi
A Dubai un maxi-schermo mostra l’ingresso nell’orbita di Marte della sonda emiratina Hope Probe, il 9 febbraio 2021. Hope Probe è la prima missione interplanetaria condotta da un Paese arabo. Credit: ANSA

Quale messaggio politico vogliono lanciare gli Emirati Arabi Uniti?
“Il progetto spaziale e le ingenti risorse economiche messe in campo dai governanti emiratini hanno una tripla valenza: le ricerche scientifiche, i festeggiamenti del cinquantesimo anno di fondazione degli Emirati e, non ultimo, in chiave nazionalista, il messaggio di un Paese all’avanguardia, progressista e interessato al futuro dei suoi cittadini e del mondo intero”.

Turchia ed Emirati Arabi nello scacchiere geopolitico mediorientale si trovano spesso su sponde opposte. Possiamo affermare che oltre al dominio di nuove zone di influenza sul pianeta questi due stati del Medio Oriente ora stanno rivaleggiando anche nello spazio?
“Leggendo le notizie pubblicate nei giornali recentemente, analizzando, comparando e valutando la situazione dei due paesi, la sensazione è questa: sembra sia in atto una ‘battaglia’ per accrescere la propria influenza, anche in queste questioni, che per la maggior parte della popolazione mondiale sono ‘lontanissime’. Da una più attenta valutazione, però, non possono non notarsi le differenze sostanziali tra le due entità statali”.

Esistono differenze sostanziali anche in termini di influenza economica?
“Sì, soprattutto in considerazione delle possibilità economiche di entrambe. La Turchia ha un sistema economico molto fragile, che necessita degli aiuti di Paesi come Qatar e Azerbaijan. È vero che sta portando avanti dei progetti molto ambiziosi, agli occhi degli esperti quasi azzardati. Gli Emirati, invece, hanno una posizione economica solida, possono contare su ingenti risorse energetiche e da tempo si stanno organizzando in vista della fine di queste risorse, diversificando i propri investimenti e puntando sulle energie green”.

Leggi anche: 1. Il caporalato è una piaga europea: i casi di Italia, Spagna e Grecia / 2. I vaccini no-profit di Cuba che salveranno i Paesi in via di sviluppo

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