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Home » Esteri

“Il regime di Putin finirà molto presto”: parla Mikhail Khordorkovsky, l’oligarca russo in esilio

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Khordorovsky: Putin ha i giorni contati. Parla l’oligarca russo in esilio

Mikhail Khorodorvsky è stato uno degli uomini più ricchi della Russia. Laureato in ingegneria chimica, nel 1989 – sotto l’Unione Sovietica – ha fondato una delle prime banche commerciali della Russia, diventando col tempo uno degli uomini d’affari più influenti del Paese. All’inizio del secolo Khordorkovsky era a capo di Yukos, la principale compagnia petrolifera russa a partecipazione statale, producendo quasi il 20% del petrolio russo con una capitalizzazione di mercato di 21 miliardi di dollari. Gli interessi di Khordorkovsky tuttavia sono sempre andati al di là del denaro. Nel 2001, fondò la Open Russia Foundation per rafforzare la società civile in Russia, finanziando anche diverse organizzazioni per i diritti umani. Dopo aver preso posizioni sempre più decise a favore della democrazia, sfidando la leadership di Putin – lo ha accusato apertamente di corruzione sulla tv nazionale – il presidente russo ha capito che era giunto il momento di contrattaccare.

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Nel 2003 Khordorkovsky è stato imprigionato, fra le altre cose, con l’accusa di evasione fiscale. Dopo una serie di processi farsi – ai suoi avvocati non è stato concesso apparire in aula – ha speso i seguenti dieci anni in una prigione siberiana, condividendo la cella con violenti criminali. Dopo essere stato liberato nel 2014 – secondo alcuni per pietà da parte di Putin, per altri grazie alle pressioni internazionali in vista delle Olimpiadi invernali di Sochi – Khordorkosvky ha promesso che avrebbe lasciato la Russia e così ha fatto, trasferendosi prima in Svizzera e poi in pianta stabile a Londra, dove vive ancora oggi in esilio.

In un’intervista alla rivista statunitense di stampo liberal The New Republic, ha dichiarato di avere due messaggi: “Il primo è che bisogna fare ogni cosa per aiutare gli ucraini. Dobbiamo essere coraggiosi, se non lo saremo, Putin invaderà anche la Polonia e i Paesi Baltici.” Il secondo è che “dobbiamo essere in grado di vedere due tipi di russi. Sarebbe un grave errore pensare che tutti i russi sostengano Putin.”

“Fino a Maidan [la rivoluzione per la democrazia del 2014], Putin non aveva una relazione così difficile con l’Ucraina. Maidan ha rappresentato il punto di rottura.” Secondo Khodorkovsky ora l’Occidente dovrebbe unirsi a quei russi che vedono Putin come un nemico, anche se hanno opinioni diverse sul futuro della Russia. Le sue organizzazioni filantropiche stanno portando avanti questo lavoro. Con la Commissione contro la guerra russa, che riunisce un gruppo di rifugiati politici russi, Khordorkovsky sta attualmente portando avanti diversi progetti, come quello per fornire sostegno agli emigrati russi fuggiti dal regime di Putin, che sarebbero almeno 250 mila. “Prevediamo che arriveranno presto a 2,5 milioni nei prossimi anni,” ha detto. “La maggior parte di loro si sta trasferendo a Tbilisi in Georgia, a Yerevan in Armenia e a Istanbul, in Turchia.

“Questi sono i nostri leader d’opinione,” sottolinea a proposito di questa nuova generazione di rifugiati. Tra loro ci sono le menti più brillanti della società russa. C’è una differenza tra questa diaspora russa e la diaspora russa in generale. Queste persone vogliono tornare in Russia, ma solo quando Putin se ne sarà andato. E noi vogliamo aiutarli tutti.”

Facendo eco al presidente USA Joe Biden, Khordorkovsky sostiene che Putin non semplicemente può restare al potere. “Se resta al potere non avremo mai la pace. Possiamo provare a fare gli struzzi, con la testa sotto la sabbia… ma finché Putin non se ne va, non avremo mai una vita normale. Questa è l’opinione di gran parte della società russa.” Per quanto le parole di Biden possano essere state rettificate dalla Casa Bianca, Putin ha ricevuto il messaggio, sostiene Khodorkovsky. Ciò non vuol dire che sia compito degli Stati Uniti eliminarlo, sta alla popolazione russa farlo. Per Putin, insiste, anche se non è “vero” che la Russia è in guerra contro Nato e USA, “nella sua testa è più che reale”. Per questo ”se non viene rimosso dal potere, la guerra non finirà mai”.

“La maggior parte dei problemi tra Putin e l’Ucraina non sono legati al territorio e alla questione dell’impero sovietico. Il problema principale per lui è la presenza di uno stato democratico al confine con la Russia,” spiega Khodorkovsky riferendosi all’Ucraina. “La democrazia è un grande problema per lui. Il suo prossimo passo sarà l’invasione della Polonia o dei Paesi baltici.”

Secondo il filantropo russo, Putin usa la guerra per risolvere i suoi problemi politici interni. Lo ha già fatto quattro volte: in Cecenia, Georgia, e adesso di nuovo in Ucraina – rispettivamente nel 1999, 2008, 2014 e 2022. “Perché mai non dovrebbe farlo una quinta volta?” Ma il regime di Putin finirà molto presto secondo il filantropo russo, e ciò avverrà inevitabilmente con una guerra persa. Potrebbe essere con l’Ucraina oggi, o con la Nato domani – “perché lui non si fermerà”. Non appena perderà questa guerra in Ucraina o la prossima, i suoi giorni saranno contati. “A quel punto, i poteri mondiali vorranno avere una Russia unita, non a pezzi, perché una Russia a pezzi non farebbe piacere a nessuno.”

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