Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:36
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Mille migranti abbandonati a -20 gradi sulle alture della Bosnia: la tragedia umanitaria a un passo da noi

Immagine di copertina
Credit: Ansa foto

Senza acqua, senza elettricità, senza servizi igienici e con temperature che facilmente possono sfiorare i -20 gradi centigradi: è questa la grave condizione in cui versano gli sfollati (tutti uomini, richiedenti asilo, provenienti per lo più da Pakistan e Afghanistan) che da quasi 20 giorni sono bloccati nel nord della Bosnia.

Lo scorso 23 dicembre, il campo profughi di Lipa, nella città bosniaca nordoccidentale di Bihać, nel cantone di Una-Sana, è stato distrutto da un incendio in circostanze ancora da chiarire. Da allora, un migliaio di persone, che hanno tra i 19 e i 60 anni sono rimaste senza alloggio e senza nulla. Il campo di Lipa è molto vicino al confine con la Croazia e da lì le persone migranti cercano solitamente di entrare in Unione Europea.

“Nelle ultime due settimane, abbiamo assistito con crescente preoccupazione alla terribile situazione umanitaria che devono affrontare molti migranti in Bosnia”, ha detto martedì in una conferenza stampa Paul Dillon, portavoce dell’agenzia ONU per le migrazioni IOM.

Secondo le stime dell’OIM, attualmente ci sono quasi 3.000 migranti e rifugiati nel nord della Bosnia che devono affrontare il rigido clima invernale senza un riparo adeguato. Secondo quanto riferito, tra i 900 e i 1.400 uomini vivono ancora nel campo andato a fuoco, altri circa 1.500 migranti e rifugiati – comprese donne e bambini – stanno dormendo nella regione di Una Sana Canton, che confina con la Croazia.

Di recente anche l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’UE, Josep Borrell ha criticato le autorità locali bosniache affermando: “nelle ultime settimane abbiamo assistito a una grave crisi umanitaria che ha riguardato centinaia di migranti in Bosnia ed Erzegovina”.

Il governo bosniaco aveva deciso il trasferimento nel centro di accoglienza di Bira, sempre nella città di Bihać, che è stato ristrutturato con 3,5 milioni di euro provenienti dall’UE, ma che è ancora vuoto. Anche in questo caso, davanti all’intransigente rifiuto delle autorità locali e dei residenti di Bihać di ospitare anche in via temporanea i profughi, non è stato fatto nulla. Il governo ha per ora inviato a Lipa l’esercito per allestire delle tende sulle rovine del campo: una misura però insufficiente.

Stesso l’Alto rappresentante Borrell ha ricordato che il centro di Bihać “è stato ristrutturato con 3,5 milioni di euro di sostegno dell’UE”. Il centro di Bira, ha detto, “è adatto alle condizioni invernali ma è vuoto, a causa dell’opposizione delle autorità locali e della popolazione ad aprirlo”.

L’Unione europea è allarmata dalla situazione e ha continuato a fornire assistenza finanziaria, ha detto Peter Stano, portavoce della politica estera dell’Unione Europea: “Dal 2018 l’Unione Europea ha speso 89 milioni di euro per sostenere la Bosnia-Erzegovina nella gestione del flusso di migranti” e lo scorso 3 gennaio la Commissione europea ha sbloccato altri 3,5 milioni di euro in aiuti umanitari per affrontare la situazione specifica del cantone di Una Sana. Nel frattempo nessun paese dell’Ue si è finora offerto di accogliere migranti o rifugiati dalla Bosnia. La Croazia, che condivide un confine con la Bosnia, è accusata di brutali respingimenti al confine. Tali respingimenti sono stati più volte provati dalle varie organizzazioni umanitarie presenti sul luogo e documentati da giornalisti internazionali.

Leggi anche: Migrants Lives Matter: reportage da 5 confini caldi dell’Europa

Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Esteri / Oms: “Oltre 1.000 persone sono morte a Gaza in attesa di un’evacuazione medica dal luglio 2024”
Esteri / L’indiscrezione: “Grecia, Israele e Cipro valutano una forza militare congiunta nel Mediterraneo”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Piogge torrenziali, raid aerei e aiuti in ritardo: la tregua con Israele regge ma a Gaza si continua a morire
Esteri / Il discorso di Trump agli Usa: “Ho ereditato un disastro ma ora l’America è tornata”
Esteri / Iran, condannato a morte per “corruzione sulla Terra”: ora il pugile Mohammad Javad Vafaei Sani rischia l’esecuzione
Esteri / Putin minaccia: “La Russia raggiungerà tutti gli obiettivi in Ucraina. Con la diplomazia o con la forza”