Parla Mahmoud Al Sharif, il fratello del giornalista ucciso a Gaza: “Anas un miliziano? È propaganda. Lo hanno ucciso perché mostrava la carestia”
Le parole del fratello del reporter di Al Jazeera ucciso in un raid dell'Idf insieme ad altri cinque colleghi
Mahmoud Al Sharif, fratello di Anas, il giornalista di Al Jazeera ucciso a Gaza in un raid dell’Idf insieme ad altri cinque colleghi, nega che il fratello fosse un miliziano di Hamas, così come invece sostenuto dall’esercito israeliano. Interpellato dal Corriere della Sera, l’uomo dichiara: “È tutto falso, non lo è mai stato. È propaganda. La campagna contro di lui è partita un mese dopo l’inizio della guerra, perché a Israele non piaceva la sua notorietà. A dicembre 2023, ci hanno bombardato la casa e nostro padre è morto”. L’esercito israeliano sosteneva fosse un “terrorista” e ha pubblicato uno screenshot in cui Anas avrebbe esultato per la strage del 7 ottobre: “Non era a capo di nulla: era un fotoreporter, un povero uomo di Gaza. Non un miliziano”.
“È doloroso sentire queste parole su di lui che ha vissuto il mestiere come una missione: era tra gli unici rimasti a Nord, lo hanno ucciso ora perché mostrava la carestia” spiega ancora Mahmoud. Prima della guerra è capitato più volte che il fratello partecipasse come reporter ai comizi e alle celebrazioni di Hamas e della Jihad islamica perché “fotografava gli eventi politici della Striscia, e poi mandava le immagini alle agenzie. Ma questo non vuol dire essere affiliati”. Il fratello e la moglie di Anas, quindi, si chiedono: “Perché l’Idf non ha preso di mira solo lui. Sapevano dove stava, ha passato gli ultimi ventidue mesi nella tenda dei media, davanti all’Al Shifa: potevano arrestarlo e interrogarlo. Perché uccidere in questo modo? Come giustificano la morte degli altri cinque colleghi?”.