Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:35
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Le discriminazioni delle donne lavoratrici in Giappone

Immagine di copertina

Nonostante il governo abbia stanziato 1,4 milioni per le aziende disposte ad aumentare il numero di dipendenti femminili, non ci sono state adesioni al piano

Si tratta della terza Potenza mondiale, ma ha una delle percentuali più basse di donne lavoratrici, se messa in paragone con i Paesi più sviluppati.

Stiamo parlando del Giappone, che nonostante la sua economia solida e competitiva sul mercato internazionale, sembra non aver trovato all’interno del proprio stesso Paese un modo per superare i retaggi tradizionali che vedono la figura della donna come collegata strettamente e indissolubilmente alla vita domestica e all’istruzione dei figli.

L’ultima conferma a riguardo è arrivata qualche giorno fa, quando il primo ministro Shinzo Abe ha ammesso pubblicamente che il piano proposto alle aziende dal governo per incentivare l’assunzione di donne nei ruoli chiave all’interno delle compagnie, non ha avuto affatto seguito.

Nell’aprile del 2014, il ministero del Lavoro aveva lanciato infatti un programma che garantiva un finanziamento pubblico alle imprese disposte a promuovere o assumere nuovo personale femminile in posizioni direzionali. Diciassette mesi dopo, il governo giapponese non aveva ricevuto ancora nessuna adesione.

Lo stato aveva stanziato per questo progetto 1,4 milioni di dollari da dividere approssimativamente per le circa 400 aziende che ne avrebbero fatto richiesta e avessero dimostrato di rispettare i canoni imposti dal ministero.

Oltre alle assunzioni in posizioni chiave, infatti, la compagnia che avesse voluto usufruire dei finanziamenti sul lavoro femminile avrebbe dovuto offrire ai propri dipendenti un corso preparatorio di almeno 30 ore sull’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro e garantire al governo di raggiungere gli obiettivi fissati dal programma entro sei mesi dall’inizio dello stesso.

Le aziende hanno sottolineato come i requisiti fossero difficili da raggiungere e lo stesso primo ministro ha valutato negativamente questo aspetto, votando infine per una modifica dei criteri di selezione e per un aumento del budget per il programma, che da ottobre rispetterà altri criteri.

Rimane un dato di fatto, a prescindere dalle problematiche tecniche della proposta governativa, la discriminazione costante della donna sul lavoro, specialmente quando resta incinta.

Una donna che aspetta un figlio e viene trattata con disparità da colleghi e superiori, subisce quello che in Giappone viene chiamato matahara.

Nel Paese, il 70 per cento delle donne gravide smette di lavorare per un decennio o più, scegliendo spesso di diventare casalinga in via definitiva, per crescere i figli ed occuparsi dei lavori di casa, visto che il Giappone è, tra i Paesi non in via di sviluppo, quello che si attesta con una più bassa collaborazione nelle faccende domestiche da parte maschile.

Le discriminazioni che una donna giapponese incinta deve subire sul lavoro sono le più svariate. Spesso i superiori si rifiutano di alleggerire i lavori fisicamente pesanti o di cambiare provvisoriamente la mansione della dipendente. 

Quando essa torna al lavoro, poi, non viene trattata più alla stessa maniera e sono molte le testimonianze di donne che hanno denunciato di aver ricevuto insulti e minacce in quanto, essendo al lavoro, non si stavano comportando da brave madri.

A molte di esse, dopo la maternità, non viene più concesso di seguire corsi di aggiornamento o di partecipare a viaggi di lavoro e non sono rari i casi in cui, dopo che la donna si lamenta della nuova condizione, le viene chiesto di fare una scelta tra lavoro e famiglia.

Dopo il parto, spesso vengono colpevolizzate dai colleghi, che fanno pesare loro il fatto di essersi dovuti occupare anche delle loro mansioni, durante il periodo in cui erano a casa per maternità, aumentando lo stress in ufficio e minando il lavoro di gruppo in ufficio.

Per risolvere una situazione considerata insostenibile per un Paese sviluppato, si è arrivati a pensare anche a introdurre sanzioni per le aziende con un numero di dipendenti donne inferiore a quello minimo stabilito dalla legge. 

Masamichi Adachi, ex dipendente della Banca del Giappone, ha dichiarato in un’intervista al broadcast economico Bloomberg che a suo parere le aziende sarebbero più inclini ad assumere donne se rischiassero multe, piuttosto che per la promessa di sussidi.

Nel febbraio del 2014 Yoichi Masuzoe, in procinto di essere eletto sindaco di Tokyo, aveva definito le donne “inadatte” a ricoprire cariche di governo dal momento che hanno il ciclo mestruale.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Gaza: oltre 34.180 morti dal 7 ottobre. Sorge una tendopoli a Khan Younis in vista dell'attacco a Rafah. Libano, Idf: "Colpiti diversi obiettivi di Hezbollah". Iran: "Sanzioni Ue deplorevoli. L'attacco a Israele è stata legittima difesa"
Esteri / Gaza, caso Hind Rajab: “Uccisi anche i due paramedici inviati a salvarla”
Esteri / Suoni di donne e bambini che piangono e chiedono aiuto: ecco la nuova “tattica” di Israele per far uscire i palestinesi allo scoperto e colpirli con i droni
Ti potrebbe interessare
Esteri / Gaza: oltre 34.180 morti dal 7 ottobre. Sorge una tendopoli a Khan Younis in vista dell'attacco a Rafah. Libano, Idf: "Colpiti diversi obiettivi di Hezbollah". Iran: "Sanzioni Ue deplorevoli. L'attacco a Israele è stata legittima difesa"
Esteri / Gaza, caso Hind Rajab: “Uccisi anche i due paramedici inviati a salvarla”
Esteri / Suoni di donne e bambini che piangono e chiedono aiuto: ecco la nuova “tattica” di Israele per far uscire i palestinesi allo scoperto e colpirli con i droni
Esteri / Francia, colpi d'arma da fuoco contro il vincitore di "The Voice 2014": è ferito
Esteri / Gaza, al-Jazeera: "Recuperati 73 corpi da altre tre fosse comuni a Khan Younis". Oic denuncia "crimini contro l'umanità". Borrell: "Israele non attacchi Rafah: provocherebbe 1 milione di morti". Macron chiede a Netanyahu "un cessate il fuoco immediato e duraturo". Erdogan: "Evitare escalation". Usa: "Nessuna sanzione per unità Idf, solo divieto di ricevere aiuti"
Esteri / Raid di Israele su Rafah: ventidue morti tra i quali nove bambini
Esteri / Influenza aviaria, la preoccupazione dell’Oms per la trasmissione tra umani
Esteri / Media: “Hamas valuta l’ipotesi di lasciare il Qatar”. Bombardata in Iraq una base filo-iraniana
Esteri / Israele ha lanciato un attacco contro l’Iran: colpita una base militare a Isfahan. Media: “Teheran non pianifica una ritorsione immediata”. Blinken: "Usa non coinvolti"
Esteri / Germania, arrestate due spie russe che preparavano sabotaggi