Israele “arruola” influencer per raccontare la sua Gaza: “Manca cibo? Non è vero, è colpa dell’Onu”
I content creator sono stati invitati dall'esercito israeliano per fare foto e video agli scatoloni di cibo
Nei giorni scorsi l’esercito israeliano ha organizzato per alcuni influencer un press tour al valico di Kerem Shalom, all’interno della Striscia di Gaza, con lo scopo di raccontare una realtà diversa da quella che vede i palestinesi morire di fame per mancanza di aiuti. I content creator, infatti, sono stati portati in un deposito a cielo aperto dove giacciono scatoloni di cibo che non sono arrivati alla popolazione in difficoltà. Il messaggio che Israele vuole veicolare è il seguente: se davvero i palestinesi soffrono la fame perché l’Onu non distribuisce gli aiuti? Compito che, in realtà, spetterebbe a Israele, in quanto potenza occupante, e alla Gaza Humanitarian Foundation, unica ong che gode del sostegno di Usa e Tel Aviv.
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Tra gli influencer presenti c’era la sudafricana Bellamy Bellucci, che diffonde spesso contenuti pro-Idf sul suo profilo Instagram, e che ha scritto: “Basta con le bugie! Lo Stato ebraico non ha alcuna colpa: sono le Nazioni Unite che non hanno distribuito gli aiuti ai civili di Gaza. E l’ho visto con i miei occhi, proprio a Gaza”. Dichiarazioni simili a quelle di Eylon Levy, ex portavoce del governo israeliano, che ha spiegato ai suoi oltre 300mila follower: “Israele sta consegnando aiuti a Gaza più velocemente di quanto l’Onu riesca a distribuirli. Mentre lasciano marcire al sole i viveri, le Nazioni Unite scrivono comunicati stampa incolpando Israele. Tutti questi pallet sono dentro Gaza, e l’Idf sta esortando l’Onu a prenderli”.
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