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Home » Esteri

Motiur Rahman Nizami, storico leader islamico in Bangladesh, è stato giustiziato

Immagine di copertina

Era accusato di genocidio e di collaborazionismo con il Pakistan durante la guerra di indipendenza del 1971

Uno storico leader del partito islamico del Bangladesh, Jamaat-e-Islami, è stato impiccato mercoledì 11 maggio per i crimini di guerra commessi durante la guerra di indipendenza dal Pakistan nel 1971.

Motiur Rahman Nizami, di 73 anni, era accusato di genocidio, stupro e tortura. Centinaia di persone si sono riunite fuori della prigione dove era rinchiuso a Dhaka per “festeggiare” la sua esecuzione.

Nizami è il quinto leader dell’opposizione a essere giustiziato dal dicembre del 2013 con l’accusa di crimini di guerra. Durante l’insurrezione per ottenere l’indipendenza dal Pakistan, Nizami aveva formato una milizia autonoma che aveva aiutato l’esercito di Islamabad a individuare e uccidere i ribelli

Le autorità del Bangladesh sostengono sia una tappa obbligata nel lento processo di pacificazione del paese, ma gli attivisti a difesa dei diritti umani hanno in più occasioni denunciato che i processi non rispettano gli standard di giustizia internazionalmente riconosciuti.

Una settimana fa Nizami ha perso l’appello finale contro la sentenza di condanna. È stato impiccato dopo aver rifiutato di chiedere la grazia al presidente Abdul Hamid.

“È stato privato della giustizia, è vittima di una vendetta politica”, ha accusato Maqbul Ahmad, leader in carica di Jamaat-e-Islami, che ha invocato uno sciopero generale per giovedì 12 maggio.

I livelli di sicurezza sono stati aumentati in tutto il paese dopo l’esecuzione.

Il Pakistan dell’est, come era chiamato il Bangladesh prima dell’indipendenza, nel 1971 chiese più autonomia ma il Pakistan rispose inviando l’esercito. L’India intervenne in aiuto dei ribelli e nel dicembre del 1971 l’esercito pakistano si arrese.

Il Bangladesh sostiene che ci siano stati oltre tre milioni di morti durante la guerra di indipendenza, ma altre stime parlano di 500mila vittime. Oltre 10 milioni di bangladesi emigrarono in India. 

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