Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:09
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

L’esercito iracheno lancia l’assalto finale per riconquistare Falluja

Immagine di copertina

L'Isis oppone resistenza con autobombe e attacchi suicidi. Oltre 50mila civili intrappolati nella città a est di Baghdad

L’esercito iracheno all’alba di lunedì 30 maggio ha lanciato l’assalto finale per riconquistare Falluja, una delle roccaforti dell’Isis in Iraq dal 2014.

Le forze irachene sono entrate da tre diversi punti a Falluja, dopo una settimana di scontri nelle periferie con i miliziani del sedicente Stato islamico in seguito all’offensiva militare avviata dal governo di Baghdad.

“Abbiamo iniziato all’alba le nostre operazioni per entrare a Falluja”, ha annunciato Sabah al-Norman, un portavoce dell’unità d’élite dell’antiterrorismo, schierata da ieri nella città per poter aprire la strada ai militari.

Le forze irachene stanno entrando a Falluja sotto la copertura della coalizione internazionale e con il sostegno di blindati e artiglieria pesante. I miliziani del gruppo estremista oppongono resistenza, in particolare con autobombe e attacchi suicidi.

La maggior parte degli scontri avviene ancora in periferia e fonti dell’esercito iracheno hanno fatto sapere che probabilmente ci sarà una pausa nell’offensiva per permettere la fuga ai 50mila civili intrappolati in città.

Secondo fonti locali, le forze di sicurezza irachene hanno scoperto decine di tunnel scavati dai miliziani jihadisti per fuggire dalla linea del fronte.

Falluja, insieme a Mosul, è la principale città controllata dall’Isis in Iraq. È storicamente una roccaforte sunnita e nel 2004 durante l’invasione degli Stati Uniti diventò il simbolo della resistenza sunnita.

Nella capitale irachena, invece, tre attentati hanno provocato almeno 22 morti e 45 feriti. Secondo quanto riferito da fonti della polizia irachena, il primo attentato è avvenuto nei pressi di un mercato nella parte settentrionale di Baghdad, dove è esplosa un’autobomba, uccidendo dieci persone e ferendone venti.

Un’altra autobomba è esplosa nel distretto di Tarmiyah, causando la morte di almeno otto persone. Un terzo attentato è avvenuto a Sadr City, a nordest della capitale mediante una bicicletta carica di esplosivo. Nell’attacco sono morte tre persone e ne sono rimaste ferite cinque.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Ti potrebbe interessare
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno