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Secondo un calcolo matematico i Repubblicani vinceranno le elezioni del 2016 negli Stati Uniti

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L'agenzia di stampa Reuters ha elaborato un'analisi basata sui dati delle elezioni passate per capire chi potrebbe essere il prossimo inquilino della Casa Bianca

Le previsioni elettorali non sono una scienza esatta, un po’ perché i sondaggi sono sensibili di un margine di errore, un po’ perché gli elettori possono rimanere indecisi fino a un momento prima del voto, rendendo vano ogni tentativo di sondare la loro opinione.

S&D

Per capire di che partito sarà il candidato che vincerà le elezioni presidenziali del 2016 negli Stati Uniti, alcuni giornalisti di Reuters hanno deciso di elaborare alcuni dati basati sulle passate elezioni.

Da questo calcolo è emerso che il prossimo presidente degli Stati Uniti sarà un repubblicano. Al giorno d’oggi, con il candidato democratico Hillary Clinton dato per vincente in ogni sondaggio, può sembrare insolito pensare a un inquilino repubblicano alla Casa Bianca.

Questa proiezione – sostiene Reuters – non si basa su sondaggi d’opinione ma su dati matematici, anche se va specificato che questa previsione non ha alcun valore scientifico.

I parametri scelti per il calcolo si basano sui dati di oltre 450 elezioni in 35 diversi Paesi. Inoltre sono determinati dal tasso d’approvazione del presidente (o governatore) in carica e dal risultato da lui stesso ottenuto alle elezioni – nel caso in cui quest’ultimo fosse nuovamente candidato – oppure dal risultato raggiunto da un altro candidato del suo stesso schieramento.

Secondo questo calcolo, il presidente uscente ha tendenzialmente più probabilità di vittoria rispetto a un nuovo candidato del suo stesso partito. Le possibilità che quest’ultimo venga eletto sono, a loro volta, proporzionali al tasso di approvazione del leader uscente.

Concretamente, se un candidato uscente ha un tasso d’approvazione pari al 40 per cento, qualora si ricandidasse avrebbe il 55 per cento delle possibilità di essere rieletto. Nel caso in cui venisse candidata un’altra persona del suo schieramento, le possibilità di elezione crollerebbero invece al 6 per cento.

Se il tasso d’approvazione del presidente fosse invece del 60 per cento, le sue possibilità di rielezione sarebbero del 98 per cento, mentre quelle di un eventuale altro candidato dello stesso schieramento del 71 per cento.

Attualmente, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha un tasso d’approvazione pari al 45 per cento secondo i sondaggi. Se potesse correre per un ulteriore mandato, le sue possibilità di rielezione sarebbero del 78 per cento.

Ma dal momento che il limite di mandati è fissato a due, il prossimo candidato democratico per la Casa Bianca avrà solamente il 14 per cento di possibilità di essere eletto.

Ciò detto, come mai secondo numerosi sondaggi la democratica Hillary Clinton è in testa sui candidati repubblicani? Questo fatto non è in alcun modo in contrasto con il calcolo reso noto da Reuters.

Secondo un’analisi dell’istituto Ipsos, infatti, i sondaggi svolti a un anno di distanza dalle elezioni presidenziali statunitensi hanno un margine di errore medio del 7,9 per cento.

Guardando la media dei sondaggi pubblicata dal sito RealClearPolitics risulta che i sondaggi che danno Hillary Clinton come favorita le assegnano un vantaggio mai superiore al 5 per cento dei consensi.

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