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Home » Esteri

Dazi Usa, l’Europa tratta con Trump. Von der Leyen: “Contromisure sospese”. Meloni: “L’Italia farà la sua parte”

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La Commissione europea ha sospeso le ritorsioni per raggiungere una “soluzione negoziata” con la Casa bianca. La Francia spinge per la linea dura mentre la Germania appoggia la linea di Bruxelles. Il Governo mette in guardia dai rischi di una "guerra commerciale" all'interno dell'Occidente

La Commissione europea ha sospeso le ritorsioni contro i dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump ai beni importati negli Usa dall’Ue, preferendo sfruttare le tre settimane di tempo prima dell’entrata in vigore delle nuove tariffe doganali per trovare una “soluzione negoziata” con la Casa bianca.

“Siamo sempre stati molto chiari nel dire che preferiamo una soluzione negoziata. Questo rimane vero e utilizzeremo il tempo che abbiamo fino al 1° agosto”, ha fatto sapere ieri la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, annunciando che per il momento Bruxelles ha sospeso le ritorsioni previste contro i dazi del 25 per cento imposti a febbraio da Trump sull’acciaio e l’alluminio prodotti nell’Unione ed esportati negli Usa. Oggi intanto i ministri del Commercio dell’Ue si riuniscono nella capitale belga per definire la strategia da adottare in risposta all’ultimo annuncio della Casa bianca, che dal 1° agosto imporrà un’ulteriore aliquota doganale del 30 per cento sui prodotti europei importati negli Usa.

Nella riunione odierna si discuterà un nuovo pacchetto di contromisure da adottare nel caso in cui Washington decidesse di applicare davvero queste tariffe, a meno di ulteriori sospensioni volte a dare spazio ai negoziati. Ad aprile infatti l’Ue aveva già minacciato, in caso di fallimento delle trattative, di imporre controdazi su decine di miliardi di euro di beni statunitensi, tra cui automobili e aerei. La trattativa, affidata alla Commissione Ue, ha però diviso i Paesi membri dell’Ue.

Nel fine settimana il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato Bruxelles a “difendere con risolutezza gli interessi europei” e ad “accelerare la preparazione di contromisure credibili”, mentre il cancelliere tedesco Friedrich Merz e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni appoggiano la linea moderata assunta dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. “L’Europa ha la forza economica e finanziaria per affermare la propria posizione e raggiungere un accordo equo e di buon senso. L’Italia farà la sua parte. Come sempre”, ha dichiarato ieri in una nota la premier Meloni, che ha messo in guardia dai rischi di una “guerra commerciale” all’interno del mondo occidentale.

Dichiarazioni che non hanno soddisfatto le opposizioni, all’attacco del governo della presidente del Consiglio per l’incapacità di incidere sulle trattative contro i dazi statunitensi, i cui effetti, secondo la Cgia di Mestre, potrebbero costare al sistema produttivo italiano fino a 35 miliardi di euro all’anno. “Chiamate ‘Chi l’ha visto?’ per trovare Meloni”, ha commentato l’ex premier e leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte.
“Dopo aver sbandierato un suo ruolo centrale nelle trattative con Trump per ‘zero’ dazi, ora che arrivano le letterine con i dazi al 30 per cento Meloni è sparita: niente video, niente post per spiegare ai cittadini, ai lavoratori e alle imprese. La classica e vecchia politica. Aspetta che passi la nottata senza metterci la faccia, in attesa del prossimo complotto immaginario da sbandierare, di qualcuno a cui dare la colpa dei propri fallimenti. Che iniziano a essere tanti, dalle firme in Europa per i tagli da 13 miliardi l’anno all’Italia, fino al Riarmo pro Germania, all’aumento delle tasse, al crollo di stipendi e produzione industriale. La tattica sposata da Meloni di abbassare la testa su tutto ha peggiorato la situazione. Sarebbe un primo passo ammetterlo”. “Nessuno al governo si occupa più delle persone e delle loro vite”, accusa invece la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Ora però Meloni scenda per un giorno dal volo con cui viaggia per il mondo a stringere mani fingendo che in Italia vada tutto bene, esca dalla modalità aereo e si prenda le sue responsabilità davanti al Parlamento e quindi al Paese, per spiegare cosa intende fare per evitare che il primo agosto i dazi si abbattano al 30 per cento sul sistema produttivo e sui lavoratori italiani con conseguenze drammatiche e per sostenere il negoziato Ue affinché si sventi una guerra commerciale dolorosa per tutti”.

Da quando è tornato alla Casa bianca il 20 gennaio, Donald Trump ha annunciato, imposto e ritirato dazi sulle merci importate negli Usa da Paesi alleati e concorrenti, destabilizzando i mercati finanziari e alimentando i timori di un rallentamento della crescita economica globale, garantendo al contempo al fisco statunitense nuove entrate per circa 100 miliardi di dollari. L’amministrazione Usa, pressata da più parti a concludere nuovi accordi commerciali, ha però raggiunto soltanto due intese finora: una con il Regno Unito e un’altra con il Vietnam, oltre a concordare una temporanea e reciproca riduzione delle tariffe commerciali con la Cina.

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