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    Una molecola presente nei vegetali comuni protegge dal Coronavirus: lo studio

    Credits: Pixabay
    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 3 Set. 2020 alle 14:32 Aggiornato il 3 Set. 2020 alle 14:48

    La quercetina, presente nei vegetali comuni, protegge dal Coronavirus: studio

    Nei vegetali comuni come radicchio, capperi e cipolle rosse c’è una molecola, chiamata quercetina, che potrebbe rivelarsi molto importante nella lotta al Coronavirus. Uno studio internazionale, pubblicato su International Journal of Biological Macromolecules e a cui ha partecipato anche l’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (il Cnr-Nanotec di Cosenza) ha dimostrato infatti che questa specifica molecola funziona da inibitore specifico del Sars-CoV-2. Nel dettaglio, lo studio mostra che la quercetina ha un’azione destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine chiave per la replicazione del virus.

    “Le simulazioni al calcolatore – ha spiegato Bruno Rizzuti, autore della parte computazionale dello studio – hanno dimostrato che la quercetina si lega esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione. Già adesso questa molecola è alla pari dei migliori antivirali a disposizione contro il Coronavirus, nessuno dei quali è tuttavia approvato come farmaco. La quercetina ha una serie di proprietà originali e interessanti dal punto di vista farmacologico: è presente in abbondanza in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio ed è nota per le sue proprietà anti-ossidanti, anti-infiammatorie, anti-allergiche, anti-proliferative. Sono note anche le sue proprietà farmacocinetiche ed è ottimamente tollerata dall’uomo”.

    La sostanza, spiegano ancora gli scienziati, può essere facilmente modificata per sviluppare una molecola di sintesi ancora più potente, grazie alle piccole dimensioni e ai particolari gruppi funzionali presenti nella sua struttura chimica. “In una prima fase del lavoro – ha aggiunto Olga Abian, dell’Università di Zaragoza e prima autrice della pubblicazione – è stata studiata, con varie tecniche sperimentali, la sensibilità a varie condizioni di temperatura e pH: un risultato importante perché molti gruppi stanno lavorando su 3CLpro come possibile bersaglio farmacologico, in virtù del fatto che è fortemente conservata in tutti i tipi di Coronavirus. Per questa proteina sono già segnalate in letteratura molecole che fungono da inibitori, ma non utilizzabili come farmaci a causa dei loro effetti collaterali”.

    Poiché la quercetina, a causa dei suoi effetti collaterali, non può essere brevettata, chiunque – spiega lo studio – può usarla come punto di partenza per nuove ricerche. “La quercetina riduce l’attività enzimatica di 3CLpro – ha concluso Adrian Velazquez-Campoy dell’Università di Zaragoza, che ha guidato il gruppo di ricerca – grazie al suo effetto destabilizzante sulla proteina. Ovviamente contiamo si trovi un vaccino, ma i farmaci saranno comunque necessari per le persone già infette e per chi non può essere sottoposto a vaccinazione. La ricerca di nuove molecole mira quindi a somministrare una combinazione di differenti composti, per minimizzare la resistenza ai farmaci e lo sviluppo di nuovi ceppi virali”.

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