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    La Corea del Nord chiede scusa a Seul per l’omicidio del funzionario. Kim Jong-un: “Profondamente dispiaciuto”

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 25 Set. 2020 alle 09:42 Aggiornato il 25 Set. 2020 alle 11:20

    La Corea del Nord chiede scusa a Seul per l’omicidio del funzionario

    La Corea del Nord corre ai ripari e dopo la notizia dell’omicidio di un funzionario di Seul, un membro del ministero degli Oceani e delle Risorse Ittiche scomparso lunedì scorso, ucciso a colpi di pistola e poi bruciato per evitare il contagio da Coronavirus, chiede scusa alla Corea del Sud. Il leader nord-coreano, Kim Jong-un, si è detto “profondamente dispiaciuto” per quello che è avvenuto al largo dell’isola occidentale sud-coreana di Yeonpyeong. Il presidente della Corea del Nord ha inviato un messaggio al suo omologo del Sud, Moon Jae-in, nel quale ha dichiarato che l’incidente non sarebbe dovuto accadere. “Ci scusiamo per il dolore provocato al presidente e ai sud-coreani”, ha aggiunto.

    La notizia dell’uccisione del funzionario sud-coreano, di 47 anni, è arrivata ieri. L’uomo è scomparso mentre era in servizio su una nave per le ispezioni. A un certo punto, secondo riscontri di intelligence, si sarebbe tuffato in acqua con un giubbotto di salvataggio e un altro oggetto per galleggiare: trovato da funzionari nord-coreani, in acque nord-coreane, sarebbe stato interrogato mentre era ancora in mare e avrebbe espresso il desiderio di disertare. A quel punto sarebbe stato colpito dai colpi d’arma da fuoco sparati dai nord-coreani, che avrebbero successivamente versato petrolio sul suo corpo prima di bruciarlo per evitare che si infettasse con il Covid-19. Il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, ha definito “sconvolgente” e “non tollerabile per alcuna ragione” ciò che è accaduto.

    Oggi, nell’ammettere le proprie responsabilità, la Corea del Nord ha dichiarato di avere sparato più di dieci colpi al funzionario, ma ha negato di averne bruciato il corpo dopo la morte. Secondo un’indagine interna nord-coreana citata dal direttore del Consiglio di Sicurezza Nazionale di Seul Suh Hoon, i militari di Pyongyang hanno agito in linea con le regole, e hanno bruciato il “materiale fluttuante” sul quale si trovava il funzionario, ma non il suo corpo.

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