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Home » Esteri

“Le donne con il burqa somigliano a cassette delle lettere e rapinatori”: l’ex ministro degli Esteri britannico Boris Johnson nella bufera

Immagine di copertina
A sinistra, una donna che indossa il burqa. A destra, l'ex ministro degli esteri britannico Boris Johnson.

L'ex ministro degli Esteri britannico è stato criticato dal suo stesso partito conservatore per l'affermazione

L’ex ministro degli Esteri britannico Boris Johnson è stato accusato di islamofobia.

In un articolo scritto per il quotidiano britannico The Telegraph lunedì, Johnson ha trattato il tema dei burqa, un capo d’abbigliamento tipico di Afghanistan e Pakistan che copre completamente il corpo di una donna.

Discutendo il fatto che i burqa siano ora vietati in diversi paesi europei tra cui Danimarca e Austria, Johnson ha scritto che, a suo parere, ognuno dovrebbe essere libero di indossare quello che vuole.

Per poi, però, aggiungere che trova “assolutamente ridicolo che qualcuno possa scegliere di girare per strada assomigliando a una cassetta delle lettere” e che il velo fa assomigliare le donne islamiche a dei “rapinatori di banche”.

Inoltre, Johson ha anche aggiunto che sarebbe “strano e da bulli aspettarsi che le donne si coprano il viso”.

L’affermazione ha causato scandalo all’interno del partito conservatore Tory, di cui Johnson è ancora uno dei principali esponenti.

Il primo ministro britannico Theresa May ha commentato che “le donne dovrebbero avere la libertà di scegliere come si vestono” e che “è molto chiaro che il linguaggio utilizzato da Boris ha offeso molta gente”.

Ha poi chiesto a Johson di chiedere scusa alla comunità islamica britannica, colpita dal commento privo di tatto del politico conservatore.

May, infatti, ha ricordato che bisognerebbe stare più attenti quando si trattano temi delicati come quello del velo islamico o del burqa.

Da quando Johnson ha dato le dimissioni a luglio in segno di protesta contro la cosiddetta “soft Brexit” presa in considerazione da Theresa May, ha cominciato a essere visto come un potenziale futuro primo ministro da quella parte di conservatori che spingono per un’uscita dall’Unione Europea più drastica.

Secondo l’ex presidente dei Tory Sayeeda Warsi, le due cose sono strettamente legate,

“Penso che Boris voglia proporsi ancora una volta come leader e dirà e farà qualsiasi cosa serva per avere successo. Ma spero sinceramente che la smetta di usare le donne musulmane come palla da calcio politica utile solo a provare ad aumentare la sua popolarità nei sondaggi”, ha commentato.

Anche un altro musulmano conservatore di rilievo, il fondatore del Conservative Muslim Forum Lord Sheikh, ha chiesto di far retrocedere Johnson, togliendogli il ruolo di whip, ovvero il membro del gruppo parlamentare incaricato di tenere i collegamenti tra il leder del partito e il gruppo stesso.

“Togliamogli il whip. Perché no? Non è un superuomo, è solo un membro del partito. Il presidente del partito, il primo ministro ha il diritto di togliergli il ruolo di whip… è una cosa che mi piacerebbe veramente vedere”, ha detto a Newsnight di BBC.

Anche il ministro della cultura inglese, Jeremy Wright, ha avuto qualcosa da dire. “Quando stai discutendo una cosa del genere, non credo che sia molto utile dire che le persone assomigliano a cassette delle lettere. Dovremmo tutti usare la lingua con più attenzione”, ha commentato.

Nel frattempo, l’opposizione in parlamento e le associazioni contro la xenofobia hanno parlato di “nuda e cruda islamofobia”.

Gli altri commenti infelici di Boris Johnson

Diversi membri dei Tory chiedono le sue scuse, ma non è la prima volta che Johnson dimostra scarso tatto parlando di cose simili.

Ad esempio, Johnson in passato aveva detto che Sirte, in Libia, avrebbe potuto essere “la nuova Dubai” se solo avessero “spazzato via i corpi morti”.

Durante una visita in Myanmar, ha recitato un poema di Kipling dell’epoca imperialista in un tempio buddhista, mentre un’altra volta ha pubblicamente paragonato l’Unione Europea al Terzo Reich nazista.

Un’altra volta Johnson aveva accusato l’allora presidente statunitense Barack Obama di provare “un rancore ancestrale” nei confronti della Gran Bretagna per via delle suo essere “mezzo keniota”.

Parlando, un’altra volta ancora, dell’ostilità tra i conservatori britannici e il Labour Party, Johnson aveva detto che gli sembrava di star assistendo a “un’orgia di cannibalismo e assassini in stile Papua Nuova Guinea”.

Costretto a scusarsi per l’offesa al Paese, Johnson si è espresso in modo sarcastico dicendo che non voleva insultare gli abitanti della Papua Nuova Guinea, che “sicuramente vivono delle vite domestiche molto borghesi”.

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