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Home » Esteri

Al Bano invita Salvini ai mondiali di judo con Putin e Orbán

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Da sinistra: il leader della Lega Matteo Salvini, il presidente dell'Ungheria Viktor Orbán, il cantante Al Bano e il presidente russo Vladimir Putin. Credits: Ansa

Al Bano fa da “mediatore” tra Matteo Salvini, Viktor Orbán e Vladimir Putin. L’incredibile occasione del possibile incontro diplomatico è il mondiale di Judo, l’arte marziale amata dal presidente russo e dal nostro popolare cantante, in programma da domenica 6 giugno a domenica 13 giugno a Budapest (Ungheria).

A inaugurare l’evento sportivo è Al Bano. L’ambasciatore del Judo canterà l’inno della federazione internazionale del judo (Ijf) alla presenza di Putin, del presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev e del premier ungherese Viktor Orbán. Il cantante si era già esibito nel 2017, sempre in occasione dei mondiali di Judo, dove aveva avuto l’onore di comporre il testo dell’inno della federazione internazionale.

E a questo importante evento Al Bano ha invitato Matteo Salvini. Il segretario della Lega ha confermato l’invito dicendo a Mattino 5:Mi ha chiamato Al Bano mentre ero in Portogallo. Spero di andare, se coincide con i lavori parlamentari. Lo sport è salute, Orban è un amico, se andrò sarà per ricordare che lo sport deve essere unione“.

È possibile che in questa occasione Salvini possa incontrare Orbán, con cui ha avviato un dialogo per la formazione di un nuovo gruppo nel Parlamento europeo, e lo stesso Putin. Per il leghista, scrive il Corriere della Sera, potrebbe essere l’occasione di un faccia a faccia lungamente atteso con il leader russo. “Quando Salvini andò a Mosca nel 2017, infatti, incontrò il ministro degli esteri Lavrov ma non il presidente. Lo staff di Salvini non si sbilancia e l’incontro è semplicemente definito “possibile”. In realtà, lo sherpa potrebbe essere proprio Al Bano. Che ben conosce Salvini anche perché, quando il leader leghista era ministro, andò al Viminale a rappresentargli alcune questioni legate al vino, di cui è produttore”, commenta Marco Cremonesi sul Corriere.

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