Stellantis, compenso da 36,5 milioni per l’a.d. Tavares: guadagna 518 volte più di un dipendente
Nel 2023 l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha maturato un compenso di 36,5 milioni di euro, pari a 518 volte il salario medio percepito da un dipendente. I dati sono contenuti nella relazione finanziaria 2023 della multinazionale nata dalla fusione tra Fiat Chrysler Peugeot.
Tavares, 65 anni, portoghese, l’anno scorso ha avuto uno stipendio base di 2 milioni di euro, invariato rispetto agli ultimi esercizi, a cui si sono aggiunti fringe benefit per 645mila euro, 5,8 milioni di euro di incentivo a breve termine, 26,1 milioni di euro di incentivo a lungo termine e 1,9 milioni di euro di benefici successivi al pensionamento.
Di queste somme, Stellantis ha pagato al manager per ora circa 13,5 milioni di euro mentre l’incasso per Tavares dei restanti 26 milioni maturati dipende dal raggiungimento di alcuni obiettivi industriali nei prossimi anni.
Secondo la relazione finanziaria, invece, i 271mila dipendenti che l’azienda conta nel mondo (di cui circa 48mila in Italia) hanno percepito nel 2023 in media un salario di 70.400 euro, vale a dire 518 volte in meno rispetto alla remunerazione maturata da Tavares (l’anno scorso il rapporto era uno a 365).
Il presidente di Stellantis, John Elkann ha maturato invece una retribuzione di 4,8 milioni di euro, di cui 924mila euro a titolo di stipendio fisso, 684mila di fringe benefit e 3,2 milioni di incentivi a lungo termine.
La scorsa settimana la multinazionale ha presentato i risultati di bilancio dell’anno passato, che malgrado la crisi del mercato automobilistico sono altamente positivi: l’utile netto è pari a 18,6 miliardi di euro, in crescita dell’11% rispetto al 2022, a fronte di ricavi che arrivano a sfiorare i 190 miliardi (+6%).
Alla luce di questa ottima performance, il management ha deciso di proporre agli azionisti di staccare un dividendo da 4,7 miliardi di euro (1,55 euro per azione), il 16% in più rispetto a quello distribuito lo scorso anno.
Alla famiglia Elkann-Agnelli, che detiene una quota del 14,9%, andranno circa 700 milioni di euro, mentre ai 242mila dipendenti sparsi in tutto il mondo è stato destinato un premio annuo da 1,9 miliardi, che per gli addetti italiani si traduce in un bonus una tantum da 2.112 euro.
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