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Home » Economia

L’ex Ad e Presidente di Scania, Franco Fenoglio a Tpi: “Bene lo stop di Cina su Iveco, ma ora l’Italia intervenga con un piano industriale”

Immagine di copertina
Franco Fenoglio

Sono favorevole agli accorpamenti che possano rafforzare il gruppo, Iveco deve trovare un partner ma senza perdere il comando.

La mancata vendita di Iveco al gruppo cinese Faw Jiefang è stata accolta con soddisfazione dal Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

Lo stop peraltro era nell’aria da giorni, perchè la nuova offerta avanzata dal gruppo cinese non rispecchiava le attese di Exor, la holding presieduta da John Elkann che controlla Cnh Industrial.

La tutela dell’interesse nazionale ha dunque prevalso, sulle ragioni del mercato perchè Iveco produce beni strategici e la cessione ai cinesi, che avrebbe comportato un trasferimento di tecnologie avanzate anche nel settore della difesa, è stata guardata sin dall’inizio con sospetto dal governo italiano, al punto che Palazzo Chigi ha minacciato addirittura di invocare il potere speciale della golden power per bloccare la trattativa.

Sull’interruzione dei negoziati è intervenuto anche Franco Fenoglio, che ha ricoperto la carica di Ad e Presidente di Italscania dal 2012 al 2020, e prima ancora ha avuto ruoli di responsabilità proprio nel gruppo Iveco.

L’ex Presidente commenta così lo stop della vendita di Iveco al gruppo cinese Faw Jiefang: “Sono assolutamente favorevole al fatto che Iveco possa andare incontro ad accorpamenti con altri gruppi, ma è fondamentale che non perda il comando soprattutto ora ,visti gli investimenti in tema di sostenibilità ambientale, guida autonoma e sviluppo della gamma” prosegue poi “esempi di sinergie virtuose tra diversi gruppi esistono basti pensare a grandi gruppi come Renault-Volvo, a ancora Scania e Man”.

Il Manager piemontese affronta poi il nodo cruciale della vicenda “Il gruppo Iveco affonda le proprie radici in Italia, e le nostre Istituzioni hanno fatto bene ad opporsi a questa cessione, ma ora però è arrivato il momento che il Governo intervenga attraverso un piano industriale in grado si salvaguardare l’occupazione e quel che rimane del nostro patrimonio”, aggiungendo infine” occorre un’intervento immediato, non si può più rimandare, altrimenti si rischia un vero e proprio depauperamento del sistema  industriale italiano”.

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