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    Alitalia, la nuova beffa ai lavoratori precari: “Per noi niente bonus di 600 euro, il governo ci ha dimenticati”

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 28 Apr. 2020 alle 18:46 Aggiornato il 28 Apr. 2020 alle 19:32

    Alessandro (nome di fantasia, ndr) ha 30 anni, una moglie e una bambina piccola. Ed è uno dei tanti lavoratori stagionali di Alitalia, la maggiore compagnia aerea italiana attualmente in amministrazione straordinaria e in attesa di una ristrutturazione che possa aiutarla a tornare a “volare” come un tempo. Alessandro lavora in rampa e il suo dodicesimo contratto – sì, dodicesimo – è scaduto il 31 gennaio scorso. Era in attesa dell’ennesimo rinnovo, dell’ennesima firma sull’ennesimo contratto da precario che lo avrebbe fatto andare avanti per altri mesi, ma questa volta la chiamata da parte dell’azienda non è arrivata, dato che invece è arrivata, a sconvolgere il Paese e la sua economia, l’emergenza Coronavirus. Il Covid-19 ha fermato tutto, più che mai il turismo, e il governo è intervenuto con il decreto Cura Italia al fine di aiutare lavoratori e imprese in questo periodo di estrema difficoltà.

    Il bonus di 600 euro destinato a lavoratori autonomi e partite Iva, però, non è previsto per questa categoria di lavoratori del trasporto aereo. Il motivo? L’esecutivo, nello stilare il decreto, semplicemente, li ha dimenticati. E oggi Alessandro, come molti altri nella sua stessa situazione, fa i conti con un sussidio di disoccupazione altrettanto “in scadenza” entro un mese e con la prospettiva di tornare a lavorare non prima della fine del 2020. Se va bene, altrimenti se ne parla nella primavera del 2021, dato che “per l’estate non se ne parla di lavorare” e con tutti i dipendenti “stabili in cassa integrazione fino al 31 ottobre l’azienda non potrà certo chiamare in servizio gli stagionali”. Una situazione in cui un nuovo paradosso si è aggiunto ad una situazione già ampiamente paradossale: lavoratori stagionali – che sono stagionali solo per modo di dire visto che lavorano tutto l’anno, da anni, ma senza prospettive di stabilizzazione da parte dell’azienda – quindi precari, quindi “strutturalmente” in difficoltà, che vengono esclusi dalle misure di sostegno al reddito nel bel mezzo di una pandemia.

    “Tra un mese la disoccupazione finisce e mi ritroverò senza uno stipendio, con moglie e figlia a carico. E senza, almeno, quel bonus che è stato invece concesso a tutti gli altri lavoratori. Tra l’altro, se non mi richiameranno a lavoro sarò costretto a cercarmi altro, sperando di riuscire a trovarlo. Anche perché non posso pensare di andare avanti così, di rimanere sempre appeso a un filo, contratto dopo contratto, stagione dopo stagione. Ci sono alcuni colleghi che sono precari da 10, 12, 15 anni. Quanto tempo ancora dovremo andare avanti così?”, racconta Alessandro.

    Proprio per via di questa esclusione, di questa situazione in cui gli aeroportuali stagionali si sono ritrovati ad essere trattati come fantasmi, è stato creato un gruppo Facebook dove sono iscritte più di 1.200 persone. Tutte con lo stesso problema, la stessa rabbia e volontà di far sentire la propria voce. Problema che è arrivato fino in Parlamento, con l’On. Domenico Furgiuele, deputato della Lega alla Camera dei deputati, che ha presentato un ordine del giorno al fine di estendere anche a questa categoria di lavoratori il bonus di sostegno per via dell’emergenza Coronavirus. Furgiuele, contattato da TPI, ha spiegato che “la situazione di questi lavoratori è molto grave”. “Queste persone non sono state contemplate in nessun decreto dall’inizio dell’emergenza – osserva il deputato del Carroccio – trattate come se fossero dei fantasmi”. “Sono calabrese e vivo a Lamezia Terme – prosegue Furgiuele – città dove ha sede un aeroporto internazionale, fra i più importanti del meridione, e ho avuto modo di confrontarmi con tante situazioni di questo tipo, con famiglie monoreddito in difficoltà soprattutto. La settimana scorsa, quindi, nel contesto del decreto Cura Italia, ho pensato di impegnare il governo ad estendere l’ambito soggettivo di applicazione delle misure di sostegno ai lavoratori anche a queste categorie con un ordine del giorno. Ordine del giorno che è poi stato approvato, ma questo comunque rappresenta adesso solo un impegno del governo, che dovrà tradurlo in un emendamento. Da parte mia, mi impegnerò affinché l’ordine del giorno approvato possa essere inserito come emendamento nel Decreto Liquidità”.

    Secondo il deputato questa categoria di lavoratori è stata dimenticata “da una parte per l’entità della crisi che ha investito la nazione”, e dall’altra per via “dell’incapacità di avere un contatto diretto con territori e problematiche da parte di un governo che non ha evidentemente contezza delle diverse realtà del Paese”. La speranza, a questo punto, è che ciò possa realizzarsi e che Alessandro, come tanti altri lavoratori di questo settore, possa riuscire a sostenere se stesso e la sua famiglia per i prossimi mesi, che saranno i più duri per la nostra economia dal Dopoguerra. Ma anche che questa situazione in cui “uno stagionale rimane un stagionale per sempre” – e questo succede in Alitalia come nelle maggiori società aeroportuali che operano negli scali italiani – possa risolversi una volta per tutte.

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