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Home » Economia

In Italia 16 milioni di auto hanno più di vent’anni

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Il panorama delle auto storiche in Italia costituisce un universo vasto e affascinante. Questo mondo, che abbraccia sia vetture da collezione che veicoli ancora in uso quotidiano nonostante la mancanza di moderni sistemi di sicurezza come gli airbag, rappresenta una sfida in termini di impatto ambientale, specialmente in considerazione della crescente spinta verso veicoli elettrici e ibridi. Tuttavia, possedere un’auto storica offre vantaggi economici significativi, come l’esenzione dal pagamento del bollo e sconti sull’assicurazione, a condizione che venga riconosciuta come tale attraverso un certificato di rilevanza storica e collezionistica.

Secondo il codice della strada del 1992, il certificato viene rilasciato da associazioni automobilistiche quali i club Lancia, Fiat, Alfa Romeo e l’Automotoclub Storico Italiano (Asi), a condizione che il veicolo sia conservato in uno stato originale o restaurato secondo criteri storici. Sebbene la legge finanziaria del 2000 prevedesse l’esenzione dal bollo per le auto oltre i 30 anni e una lista specifica per quelle tra i 20 e i 30 anni, tale lista non è mai stata completata. Di conseguenza, ogni veicolo conservato in modo adeguato con almeno 20 anni di età può ottenere il certificato di interesse storico, che viene annotato sul libretto di circolazione dalla Motorizzazione, comportando una perdita di entrate per lo Stato.

Il numero di veicoli con più di 20 anni registrati alla fine del 2022 era di 16.146.684, mentre quelli con certificazione di interesse storico erano 148.882, con una tendenza all’aumento anno dopo anno. Tuttavia, l’Arbitrato Internazionale ha sollevato dubbi sulla qualità dei certificati, sottolineando l’importanza che i certificatori siano professionisti qualificati anziché semplici appassionati. Secondo il presidente Rocco Guerriero, ciò garantirebbe una maggiore qualità del mercato e una migliore tutela dei collezionisti, considerando i veicoli d’interesse storico e collezionistico come vere opere d’arte, il cui status storico dovrebbe essere valutato da esperti con requisiti specifici e una formazione adeguata.

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