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Home » Economia

Alla Goldman Sachs si lavora 20 ore al giorno, l’ad risponde alle proteste: “Fare uno sforzo in più”

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L'amministratore delegato di Goldman Sachs David Solomon. Credit: ANSA

“È disumano”. Nel mondo della finanza hanno destato scalpore e più di qualche scetticismo le proteste dei giovani dipendenti di Goldman Sachs, che hanno denunciato l’insostenibilità di settimane lavorative che possono arrivare a superare le 100 ore. Una protesta inoltrata a febbraio ma resa pubblica la scorsa settimana, che l’amministratore delegato David Solomon ha detto di aver accolto positivamente, aggiungendo tuttavia che “fare uno sforzo in più” può fare la differenza per i risultati dell’azienda.

Molti addetti ai lavori hanno trovato fuori luogo le lamentele dei 13 analisti al loro primo anno nella banca d’affari più nota al mondo, citando le opportunità di carriera uniche e la giovane età dei nuovi entrati, che secondo alcuni veterani dell’istituto arrivano a rendere sopportabili anche quattro ore di sonno a notte.

Altri invece l’hanno considerata come un’opportunità per riaprire un dibattito mai veramente chiuso. Negli ultimi anni diverse morti inaspettate e suicidi tra i dipendenti più giovani hanno infatti portato il mondo delle banche di investimento a riflettere sulla cultura del lavoro promossa al proprio interno e di quello che viene considerato una sorta di rito di iniziazione alla carriera, sull’onda anche di un percepito calo di appeal tra la generazione “millennial” dopo la crisi finanziaria del 2009 e l’ascesa delle aziende tecnologiche.

Tra i casi più eclatanti, nel 2013 Moritz Erhardt, stagista di 21 anni di Bank of America Merrill Lynch, è stato trovato morto nella doccia nel suo appartamento di Londra a seguito di una crisi epilettica, dopo aver lavorato per 72 ore consecutive. Nel 2015 invece un analista 22enne della stessa Goldman, Sarvshreshth Gupta, si è tolto la vita dopo aver riferito al padre di aver lavorato 100 ore in una settimana.

Nell’ultimo anno la separazione già minima nel settore tra lavoro e tempo libero è stata offuscata ulteriormente dallo sconvolgimento alle abitudini lavorative portato dalla pandemia. Negli scorsi giorni la nuova amministratrice delegata di Citigroup, Jane Fraser, ha inviato un messaggio a tutti i dipendenti invitandoli a un maggiore rispetto del tempo libero dei colleghi, vietando le videochiamate nei venerdì e istituendo un giorno per il “reset”.

A sua volta Solomon ha riconosciuto che i dipendenti più giovani stanno affrontando “una nuova serie di sfide” a causa del lavoro da remoto, da lui definito in passato definito “un’aberrazione”, promettendo maggiori misure per venire incontro a queste esigenze, tramite anche assunzioni e trasferimenti. In un discorso rivolto ai dipendenti, domenica scorsa Solomon ha detto di prendere molto sul serio la segnalazione degli analisti della divisione investment banking, giudicando “ottimo” che si siano rivolti ai propri superiori a febbraio, aggiungendo tuttavia che “uno sforzo in più” può “fare veramente la differenza nei risultati”. Solomon ha promesso di fare di più per garantire ai dipendenti più giovani di avere il sabato libero, proteggendo il tempo da venerdì sera a sabato mattina.

Tra le testimonianze raccolte nella presentazione iniziate a circolare la scorsa settimana sui social media, uno degli analisti anonimi ha dichiarato che per un periodo non mangiava, non faceva la doccia o non faceva altro che “lavorare dalla mattina fino a dopo mezzanotte”. “Sono stato dato in affidamento e questo è probabilmente peggio”, ha dichiarato un altro. E ancora: “non sono arrivato pensando di lavorare dalle 9 di mattina alle 5 di pomeriggio ma non mi aspettavo neanche di lavorare regolarmente dalle 9 di mattina alle 5 di mattina”. “Quello che a me non va bene sono 110-120 ore di lavoro nel corso di una settimana! La matematica è semplice, rimangono 4 ore al giorno per mangiare, dormire, farsi la doccia, andare al bagno e tempo di passaggio. Questo è oltre il livello di ‘duro lavoro’ è disumano/un abuso”. Secondo i risultati di un sondaggio riportato nelle slide,  i 13 junior analyst hanno anche dichiarato di andare a dormire in media alle 3 di mattina, di aver lavorato da gennaio una media di 98 ore a settimana e 105 ore nella settimana precedente il sondaggio, riportando un calo marcato nella salute mentale e fisica dall’inizio del lavoro.

Secondo dati di Glassdoor citati da Reuters, un analista di investment banking negli Stati Uniti guadagna l’equivalente di oltre 74mila euro all’anno, pari a circa 15 euro all’ora con settimane lavorative di quasi 100 ore, più del doppio del salario minimo a livello federale nel paese (7,25 dollari, o 6,13 euro, all’ora). Secondo i dati dell’azienda, il salario mediano dei dipendenti di Goldman è equivalente a circa 118mila euro, mentre il suo amministratore delegato ha percepito l’anno scorso compensi totali superiori a 20 milioni di euro.

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