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Home » Economia

Fine Superbonus 110%, accordo sulla sanatoria: gli aiuti saranno limitati ai redditi più bassi

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Un contributo ai redditi bassi e una sanatoria per chi non ha finito i lavori. A questo si riduce l’intervento sul Superbonus che nelle scorse settimane ha spaccato la maggioranza. Alla fine Forza Italia non è riuscita a ottenere una proroga della maxi-agevolazione al 110%, che termina il 31 dicembre.

Troppo costosa secondo il ministero dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti. Lo stesso vale per la soluzione di compromesso di uno Stato di avanzamento straordinario (Sal), che avrebbe permesso di certificare tutti i lavori fatti nel corso dell’anno, garantendo per quelle spese la detrazione al 110%.

Il nuovo decreto si limiterà invece ad aiutare i cittadini con i redditi più bassi che non hanno finito i lavori prima del passaggio del bonus dal 110 al 70%. Per chi ha un Isee fino a 15 mila euro, e ha eseguito almeno il 60% dei lavori al 31 dicembre di quest’anno, il decreto prevede l’istituzione di un Fondo povertà che coprirà le spese effettuate dal primo gennaio al 31 ottobre 2024, non più coperte dall’agevolazione al 110%. In questo modo le fasce meno abbienti non dovranno farsi carico della differenza. Prevista inoltre una sanatoria per evitare la restituzione delle detrazioni a chi non ha terminato i lavori entro il 31 dicembre.

Da gennaio la misura che consentiva ai contribuenti di finanziare i lavori di ristrutturazione per rendere gli edifici ecocompatibili tramite una detrazione fino al 110% del costo subirà un nuovo ridimensionamento. Per i condomini la detrazione sulle spese per i lavori che migliorano di due classi l’efficienza energetica scenderà infatti dal 110 al 70%.

Per chi ha avviato i lavori nel corso del 2022 rimarrà la possibilità di cedere il credito o avere lo sconto in fattura, ma per coprire i costi dell’intervento i condomini dovranno versare una differenza di almeno il 30% o concordare con l’impresa una riduzione dei lavori.

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