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Home » Economia

Fiat, piccoli azionisti pronti a chiedere un risarcimento all’azienda per il Dieselgate

Immagine di copertina
Sergio Marchionne e John Elkann all'epoca dei fatti erano rispettivamente amministratore delegato e presidente di Fca. Credit: AGF

Un gruppo di piccoli azionisti europei di Stellantis è pronto a presentare una class action contro l’azienda per chiedere un risarcimento dopo la perdita finanziaria subita a causa dello scandalo Dieselgate esploso qualche anno fa.

L’azione legale collettiva sarà promossa da Fcirs (Fiat Chrysler Investors Recovery Stichting), una fondazione no-profit costituita nei Paesi Bassi proprio con l’obiettivo di ottenere un risarcimento per gli investitori daneggiati.

Alla class action potrà aderire chiunque possedesse azioni di Fca (Fiat Chrysler Automobiles) acquistate sulla Borsa di Milano tra il 13 ottobre 2014 e il 23 maggio 2017.

In quegli anni la casa automobilistica – che nel 2021, dopo la fusione con Peugeot, è confluita in Stellantis – utilizzò sui propri veicoli un software (defeat device) progettato per manipolare i test sulle emissioni inquinanti. Quando lo scandalo esplose – erano coinvolti diversi costruttori – il valore delle azioni di Fca precipitò, causando gravi perdite finanziarie agli azionisti, la stragrande maggioranza dei quali era totalmente all’oscuro delle pratiche illecite dell’azienda.

Negli Stati Uniti fu subito avviata una class action, che ha portato nel 2019 al riconoscimento da parte di Fiat-Chrysler di una somma di 110 milioni di dollari per gli azionisti americani. In Europa, invece, solo oggi gli investitori si stanno organizzando per chiedere il risarcimento del danno subito.

Secondo Better Finance, Federazione europea degli investitori e degli utenti di servizi finanziari, !questo caso rivela un problema più ampio: i meccanismi di tutela degli investitori nell’Unione europea sono insufficienti e inadeguati”. “Mentre gli investitori americani hanno già ottenuto risarcimenti – sottolinea l’organizzazione – i loro omologhi europei restano ancora in attesa, evidenziando uno squilibrio profondo e preoccupante. Questa disparità non solo mina la fiducia nei mercati dei capitali europei, ma ne compromette anche la competitività”.

LEGGI ANCHE: Crollano le vendite di Tesla in Europa: c’entrano le posizioni politiche di Musk?

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