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Energia olimpica

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Inaugurata a Livigno la nuova cabina primaria di Enel: è l’impianto a più alta quota d’Italia. Fornirà elettricità ai Giochi. Ma anche dopo la fine dell’evento sportivo garantirà più energia al territorio

Il count-down per le Olimpiadi invernali di Milano Cortina è iniziato. I Giochi si terranno dal 6 al 22 febbraio prossimi, e a seguire il mese successivo si terranno le Paralimpiadi (6 -15 marzo).. L’atteso appuntamento sportivo ha portato con sé una serie di interventi di ammodernamento e potenziamento infrastrutturale all’interno del triangolo compreso tra Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige. Tra questi, nel campo delle reti energetiche, spicca la nuova cabina elettrica primaria di Enel costruita a Livigno a un’altitudine pari a 2.177 metri sul livello del mare: si tratta della cabina primaria a più alta quota d’Italia.

Distribuzione
Il nuovo impianto è stato inaugurato lo scorso 2 dicembre: alla cerimonia erano presenti il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il sindaco di Livigno Remo Galli, l’amministratore delegato di Fondazione Milano Cortina 2026 Andrea Varnier, il direttore Enel Grids and Innovation Gianni Vittorio Armani e l’amministratore delegato di E- Distribuzione Vincenzo Ranieri.

Le cabine primarie sono snodi fondamentali della rete elettrica. La loro funzione è garantire energia al territorio ricevendo elettricità in alta tensione e trasformandola in media, condizione necessaria per poterla distribuire a imprese e attività commerciali.

La cabina di Livigno, in particolare, è stata realizzata con il duplice obiettivo di fornire energia elettrica ai siti olimpici e di garantire una rete elettrica più moderna e resiliente al territorio.

L’impianto è stato costruito sfruttando le più avanzate tecnologie e prestando particolare attenzione all’aspetto della sostenibilità ambientale: la struttura ipogea favorisce infatti la completa integrazione nel contesto paesaggistico montano, consentendo di ridurre al minimo l’impatto sull’ecosistema naturale circostante. 

Inoltre, i 27mila metri cubi di terre e rocce derivanti dalle attività di escavazione sono stati riutilizzati per infrastrutture ad uso della comunità locale, come ad esempio il parcheggio comunale Passo Eira.

La cabina, da un lato, contribuirà a garantire il fabbisogno energetico necessario alle Olimpiadi in Alta Valtellina e, dall’altro, potenzierà la rete di distribuzione elettrica del territorio, un valore aggiunto destinato a rimanere anche dopo la conclusione delle gare.

Accelerazione
In vista dei Giochi invernali del prossimo anno, la rete elettrica di Enel dell’Alta Valtellina è stata ulteriormente potenziata e resa più resiliente ai cambiamenti climatici grazie alla posa di 60 chilometri di cavi interrati, favorendo l’integrazione dell’infrastruttura in aree di rilevanza paesaggistica. 

Nelle aree di Livigno e Bormio sono state realizzate quattro nuove cabine secondarie e altre dodici sono state riqualificate con un aggiornamento tecnologico che consentirà l’automazione di rete e del telecontrollo, ossia il monitoraggio degli impianti a distanza con la possibilità di attuare comandi da remoto in tempo reale e senza l’intervento del personale operativo sul posto.

L’insieme di questi progetti non garantirà quindi solo l’energia necessaria per le Olimpiadi invernali, ma anche una qualità del servizio migliore per i residenti e l’elettrificazione dei consumi futuri per circa 20mila clienti della zona.

«È un orgoglio vedere come i Giochi di Milano Cortina 2026 siano acceleratori di progetti innovativi e sostenibili», osserva Andrea Varnier, amministratore delegato di Fondazione Milano Cortina 2026. «Questa è la legacy che resta ai territori e alle comunità. I Giochi stimolano il cambiamento, e l’inaugurazione della cabina Enel più alta d’Italia è il risultato di una piena condivisione di intenti e visioni: dietro c’è una forte sinergia tra territori e un partner essenziale dei Giochi. L’evento sportivo ha durata limitata ma progetti di questo genere resteranno per sempre come patrimonio di luoghi riconosciuti come i più belli del mondo».

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