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Home » Economia

Dazi: rimbalzo sulle borse europee. L’Ue prepara i contro-dazi, la Cina avverte Trump: “Combatteremo fino alla fine”

Immagine di copertina
Credit: Unsplash

Dazi, l’andamento delle Borse in tempo reale di oggi, martedì 8 aprile 2025

Dopo tre giorni consecutivi in profondo rosso – a causa dei timori per la guerra dei dazi scatenata dagli Stati Uniti di Donald Trump – nella seduta di oggi, martedì 8 aprile, le borse europee registrano l’atteso rimbalzo e chiudono in netto rialzo. Milano segna +2,44%, Londra a +2,71%, Francoforte a +2,48%, Parigi a +2,50% e Madrid +2,38%.

L’Ue valuta come rispondere ai dazi Usa

Sul fronte dei dazi, ieri i ministri degli Esteri e del Commercio dei Paesi dell’Unione europea si sono riuniti a Lussemburgo per discutere una linea comune da adottare rispetto alle tariffe del 20% sulle merci europee annunciate nei giorni scorsi da Trump. Secondo quanto emerso, la linea preferenziale resta quella di intavolare un negoziato con gli Stati Uniti – l’Ue ha già recapitato a Washington la proposta di applicare reciprocamente zero tariffe sui beni industriali – ma in attesa di un eventuale accordo si va avanti con i contro-dazi.

I ministri hanno approvato la lista dei beni statunitensi che sarebbero colpite dalle tariffe doganali al loro ingresso nell’Ue: per alcuni prodotti si prevede di far scattare le misure dal 15 aprile, per altri dal 15 maggio. La lista include moto, i jeans, yacht di lusso, diamanti, succo d’arancia, burro d’arachidi, uova, noci, salsicce, pollame, filo interdentale, carte da gioco, oltre a prodotti industriali, tra cui acciaio e alluminio, tessuti, elettrodomestici, materie plastiche. Non saranno invece bersaglio dei dazi dell’Ue whisky, altri superalcolici e vino, né quelli legati ai latticini come latte, burro, yogurt o formaggi.

Tra le opzioni al vaglio di Bruxelles rientra lo strumento anti-coercizione (Anti-Coercion Instrument, Aci), noto anche come “bazooka”: si tratta di uno strumento in vigore da dicembre 2023 ma mai utilizzato finora, che prevede l’attivazione di un meccanismo di deterrenza quando un Paese extra-Ue tenta di influenzare decisioni politiche dell’Unione o di uno Stato membro con pressioni per via commerciale. Lo strumento consente di reagire attraverso un sistema strutturato, che prevede un dialogo iniziale con la controparte, a cui fanno seguito, se necessario, misure di risposta proporzionate e temporanee. L’azione punitiva può riguardare beni, servizi, investimenti, appalti pubblici, proprietà intellettuale, regole sanitarie o ambientali.

Dazi, la Cina risponde a Trump: “Combatteremo fino alla fine”

Ieri Trump ha minacciato la Cina, avvertendo che, se Pechino non revocherà i contro-dazi annunciati al 34%,  l’aliquota applicata dagli Usa sulle merci cinesi salirà di un ulteriore 50% rispetto al 34% già previsto.

Durissima la replica del Paese del Dragone. Se gli Usa dovessero ignorare “gli interessi di entrambi i Paesi e della comunità internazionale e insistere nell’iniziare una guerra tariffaria o commerciale, la Cina combatterà fino alla fine”, fa sapere il portavoce del Ministero degli Esteri Lin Jian. “I nostri legittimi diritti non consentono privazioni. La sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina non consentono violazioni. Adotteremo misure risolute e forti a tutela dei nostri diritti e interessi legittimi”, avverte il portavoce.

Usa, pressing su Trump per scongiurare la guerra commerciale

Secondo l’autorevole testata online Politico, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent è volato in Florida domenica scorsa per convincere il presidente Trump ad attenuare i toni, invitandolo a focalizzare il proprio messaggio sulla possibilità di raggiungere accordi commerciali favorevoli per scongiurare ulteriori crolli del mercato azionario. Il messaggio del segretario al Tesoro, secondo le fonti, è stato: “I mercati continueranno ad affondare se non provi a ricalibrare, non bisogna abbandonare il piano ma devi parlare di negoziati e di quale sia il risultato finale che vuoi raggiungere”.

I dazi sarebbero inoltre motivo di divergenza fra il presidente ed Elon Musk. Secondo il Washington Post, il miliardario che guida il Dipartimento per l’Efficienza governativa starebbe cercando di convincere Trump a ritirare l’ondata di tariffe doganali.  Nelle scorse ore Musk ha anche reso esplicita la propria contrarietà a introdurre barriere commerciali condividendo sul suo social X un video dell’economia Milton Friedman che esalta il libero commercio.

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