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Se cade il governo chi firmerà la legge di bilancio? Forse nessuno: arriva lo spettro dell’esercizio provvisorio

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Se cade il governo chi firmerà la legge di bilancio? Forse nessuno: arriva lo spettro dell’esercizio provvisorio

Il ritorno al voto sembra un’ipotesi non più così remota, la data però resta da definire. Prima di staccare la spina del governo anche la Lega dovrà però tenere conto di un importante nodo da sciogliere: la legge di bilancio. La domanda è: “chi la firmerà?”. Dopo il suo comizio a Pescara dell’8 agosto il vice-premier Matteo Salvini ha dichiarato ai giornalisti che “la manovra economica la deve fare chi ha la forza e il sostegno del popolo italiano”.

S&D

Salvini sembrerebbe quindi auspicare una legge di bilancio firmata dal nuovo governo eletto, quello a maggioranza leghista da lui auspicato. Ma sarebbe davvero possibile in base alle scadenze previste dalla legge?

Secondo l’articolo 61 della Carta “le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro 70 giorni dalla fine delle precedenti”. In altre parole, si tornerà alle urne 70 giorni dopo lo scioglimento delle Camere da parte del capo dello Stato. Se lo scioglimento delle Camere ci fosse prima di Ferragosto si tornerebbe alle urne intorno al 13 ottobre. Nel caso di uno slittamento dello scioglimento alla settimana successiva le elezioni ci sarebbero intorno al 20-22 ottobre. Un ulteriore ritardo invece potrebbe creare enormi problemi di “governabilità”.

Lo spettro dell’esercizio provvisorio in caso di mancata approvazione della Legge di Bilancio

Se la crisi dovesse essere formalizzata entro la fine di settembre, l’ultima data disponibile sarebbe quella del 1 dicembre, ma in questo caso non ci sarebbero i tempi per approvare la manovra della legge di bilancio del prossimo anno entro il 31 dicembre.

Altri appuntamenti importanti sono la Nota di aggiornamento al Def, che va presentata alle Camere entro il 27 settembre. L’ultima data per inviare il documento programmatico di Bblancio alla Commissione Ue è quella del 15 ottobre. La Legge dovrà essere presentata alle Camere entro il 20 ottobre e l’approvazione deve arrivare entro il 31 dicembre.

Senza una legge di bilancio approvata il governo non potrebbe né riscuotere le entrate né erogare le spese. In questo caso scatterebbe immediatamente il temuto “esercizio provvisorio”: un provvedimento che obbliga il governo per un massimo di 4 mesi a gestire l’amministrazione ordinaria con un limite di spesa mensile molto ridotto.

L’esercizio provvisorio impedisce di fare gli investimenti previsti dalla manovra e permette soltanto le spese ordinarie: la crescita ne risentirebbe e anche la fiducia degli investitori.

Aumento dell’Iva. Flat tax e Autonomie a rischio

Il secondo spettro più temuto è quello dell’Iva: se non dovesse essere approvata la manovra scatterebbero le clausole di salvaguardia a che farebbero automaticamente salire l’Iva dal 22% al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021. L’Iva agevolata passerebbe invece dal 10% al 13% nel 2020.

L’unico modo per impedire l’aumento è lo stanziamento di risorse per 23 miliardi di euro nel 2020 e quasi 29 miliardi nel 2021, ma questo sarebbe impossibile con i limiti di spesa previsti dall’esercizio provvisorio. Con l’esercizio provvisorio non ci sarebbero i margini per scongiurare questo rischio dal momento che l’aumento dell’imposta è già previsto dalla legislazione vigente. A rischio, in questo caso, sarebbero anche le grandi riforme annunciate dal vicepremier: la flat tax e le autonomie.

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