Ehehmmm… Se ne va Bordin, la voce espressionista, rauca, gutturale e intelligente di Radio Radicale
Luca Telese ricorda su TPI Massimo Bordin
Eh-émmm!… Mmmmmhhh… Ehe-he-heh…. grugniti, pause e sospiri espressionisti, ma sempre dosati con sapienza, con eleganza, con ironia e con stile, erano diventati la voce della carta stampata.
Adesso ci mancheranno come l’aria. Sembrava che Massimo Bordin ci fosse da sempre e che potesse durare per sempre, dal momento che era una delle istituzioni informali di questo paese, del mondo della notizia, dei quotidiani cartacei che ogni mattina gli frusciavano tra le mani.
Se ne va, Massimo Bordin, e con lui tutta la gamma di gutturali e di onomatopee che davano senso al giornalismo italiano (anche quando sembrava che non lo avesse).
Se non altro perché la sua “Stampa & regime” non era una rassegna stampa, ma molto di più, un auto-format, una invenzione lirica, costruita con l’estero e con il mestiere: suola e scarpe, sveglie che trullano presto sul comodino la mattina e tanta, tanta, tanta intelligenza osmotica.
Bordin era LA voce, il massimo sacerdote del tempio di Radio Radicale (forse più di Marco Pannella, che ne era il pontefice), ed era un rumore di fondo delle vite di molti radioascoltatori. Il suo microfono era diventato una delle cattedre in cui si raccontava la politica italiana, non come un oggetto di reverenza, ma come un grande romanzo del possibile.
Se ne va Massimo Bordin, perché una brutta bestia gli è entrata in quei polmoni che ogni giorno sillabavano titoli e firme. Se ne va mentre la sua Radio Radicale rischia di scomparire, e se ne va portando con se il segreto delle classi dirigenti (quelle vere): mantenersi vivi nutrendo curiosità per tutto, essere obiettivi non celando mai le proprie opinioni, divertirsi, dare cittadinanza a tutto quello che è utile alla battaglia delle idee.
Ciao Massimo – ehhhémm -so che non vuoi lacrime di coccodrillo, ma bevute alla tua salute. Provvederemo, provando a conservare la tua lezione.