Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cultura

Le mostre più belle da vedere a Roma durante le feste di Natale e di Capodanno

Immagine di copertina

Ai tanti pigroni romani e non solo, è dedicato questo mio articolo che invita tutti a visitare questi che sono dei veri e propri eventi artistici che raccolgono le opere che normalmente si trovano nei musei più importanti nel mondo.

S&D

– Cominciamo subito con “Inferno “curata dallo scrittore e storico dell’arte francese Jean Clair alle Scuderie del Quirinale che sarà visibile fino al 23 gennaio 2022.

La mostra nasce in occasione dei 700 anni dalla morte del grande Dante Alighieri ed è un viaggio nel suo mondo fantastico.

Il percorso visivo parte dalla porta dell’Inferno di Auguste Rodin e dalla “caduta degli angeli ribelli “di Andrea Commodi e, passando per le opere medioevali che avevano il compito di terrorizzare il popolo, proseguendo poi per quelle del Rinascimento e del Barocco, si arriva al Novecento e alla sua interpretazione psicoanalitica.

Gli artisti sono tra i più importanti dei vari periodi storici e tra questi Botticelli, Beato Angelico, Bosch, Bruegel, Goya, Manet, Delacroix, Rodin, Cezanne, Von Stuck, Balla, Dix, Richter e Kiefer.

Nelle sale del secondo piano troviamo l’inferno causato dalle guerre e dall’olocausto.

Un monito per tutti. Una speranza di un futuro migliore che dalle drammatiche parole del libro di Primo Levi “Se questo è un uomo “  ci porta finalmente a riveder le stelle con le opere spaziali di Kiefer.

– La mostra “Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice “curata dal giovane Yuri Primarosa è in corso a palazzo Corsini e si potrà vedere fino al 19 aprile 2022.

Plautilla Bricciè la prima architetto donna nell’Europa preindustriale.

La sua figura comincia a farsi conoscere recentemente grazie al libro “l’Architettrice “ scritto da Melania Mazzucco.

Il lavoro di studio e di ricerca del curatore, fatto con amore e meraviglia, ci porta a conoscere questo personaggio importante del seicento. Una figura non ribelle ed estrema come quella di Artemisia Gentileschi ma comunque libera, parola questa che a quell’epoca era quasi impronunciabile per una donna. Tra le sue opere pittoriche potrete ammirare la Madonna del Rosario e il S. Luigi IX di Francia tra la storia e la fede dipinto per la chiesa di S. Luigi dei francesi a Roma e progettata per essere collocata accanto alla cappella Contarelli .

Dei suoi lavori di Architettrice sono presenti diversi progetti e tra questi quello per la scalinata della Trinità dei Monti e il palazzo del Vascello al Gianicolo che purtroppo è andato distrutto.

Se siete fortunati, potrete riuscire a fare una visita guidata che occasionalmente il giovane curatore Yuri Primarosa organizza.  È molto interessante.  Non ve la perdete.

– Klimt. La secessione e l’Italia a palazzo Braschi a cura di : Franz Smola (curatore del Belvedere di Vienna), Maria Vittoria Marini Clarelli e Sandra Tretter.  Fino al 22 marzo 2022. Non è solo una mostra sulla sua figura ma anche sul periodo da lui vissuto con opere molto belle anche di altri artisti che hanno condiviso il suo percorso artistico e con oltre 200 opere provenienti eccezionalmente dal Belvedere Museum di Vienna, e dalla Klimt Fundation oltre che dalla collezione privata della Neue Gallerie Graz. Sono esposti dei lavori unici come Giuditta, la Sposa e Ritratto di signora opera questa trafugata dalla galleria d’arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperata nel 2019.

Potrete vedere anche dei bellissimi lavori di altri artisti e tra questi Josef Hoffmann, Koloman Moser, Johann Victor Kramer, e altri e le sue opere messe a confronto con tanti artisti italiani tra questi Vittorio Zecchin e Vittorio Casorati.

Troverete le cartoline dei suoi viaggi in Italia ma soprattutto  tornano in vita a colori tre suoi importanti dipinti considerati scandalosi per la loro epoca, i cosiddetti Quadri della Facoltà – la medicina, la giurisprudenza e la filosofia, che andarono poi distrutti in un incendio scoppiato nel 1945 nel castello di Immendorf in Austria e dei quali rimasero solo alcune foto in bianco e nero.

Grazie all’intelligenza artificiale la Google Art & Culture Lab Team ha ricostruito digitalmente i pannelli a colori ridando alla luce quelle che dovevano essere le opere originali.

-Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta. Violenza e seduzione nella pittura tra Cinquecento e Seicento a cura Maria Cristina Terzaghi presso palazzo Barberini fino al 27 marzo 2022.

Un vero e proprio confronto tra tanti artisti sul tema che parte appunto dalla celebre opera del Caravaggio dal titolo “Giuditta e Oloferne “. Ventinove opere provenienti dai musei di tutto il mondo rappresentano quanto il Merisi fosse di ispirazione per i suoi colleghi contemporanei e non solo.  Quattro sono le sezioni che coinvolgono lo spettatore.  Nella prima sala si cominciano a vedere le prime diversificazioni sul tema già a partire dal Cinquecento da parte di diversi pittori. Da ammirare la versione del Tintoretto e di Lavinia Fontana.

Nella seconda dedicata a Caravaggio spicca la sua Giuditta in fondo alla sala. Ci sono poi le opere di altri artisti che si sono ispirati a lui. Tra questi Trophime Bigot, Valentin de Boulogne, Louis Finson, Bartolomeo Mendozzi, Giuseppe Vermiglio e Filippo Vitale.

Pensate che l’opera del Merisi era stata attribuita inizialmente a Orazio Gentileschi e grazie allo storico dell’arte Corrado Ricci e al restauratore Pico Cellini che casualmente riuscirono ad ammirarlo a casa di un vecchietto in via Giulia il quale, quasi impaurito, gli mostrò il quadro “sporchissimo ma che fa un’impressione enorme”.

La terza sala e’ dedicata alla pittrice Artemisia Gentileschi una straordinaria figura femminile con un ruolo forte nonostante la violenza fisica che ha dovuto subire e che nella sua opera incarna esattamente la figura di Giuditta che taglia la testa ad Oloferne.

Lei che pur di mantenere la sua libertà e la sua indipendenza si sposo con un omosessuale. Dialogano con la sua opera, Giuditta e la fantesca con la testa di Oloferne realizzata da suo padre Orazio Gentileschi e con le bellissime opere di Giovanni Baglione, Johan Liss, Bartolomeo Manfredi, Pietro Novelli, Mattia Preti, Giuseppe Vermiglio e di Biagio Manzoni.

Nella quarta e ultima sala il tema di Giuditta e Oloferne incontra quello di Davide e Golia, che hanno in comune la vittoria della virtu’, della furbizia e dell’ingegnosità sulla violenza e sulla prepotenza del malvagio che viene decapitato.

Potrete ammirare il Davide con la testa di Golia di Valentin de Boulogne e laSalomè e la serva con la testa del Battista del Rustichino.

Ti potrebbe interessare
Costume / Buon 25 aprile 2024: le immagini per la Festa della Liberazione
Costume / Buon 25 aprile 2024: frasi, citazioni e immagini per la Festa della Liberazione
Costume / Alternativa a Telepass: quali sono le migliori proposte
Ti potrebbe interessare
Costume / Buon 25 aprile 2024: le immagini per la Festa della Liberazione
Costume / Buon 25 aprile 2024: frasi, citazioni e immagini per la Festa della Liberazione
Costume / Alternativa a Telepass: quali sono le migliori proposte
Costume / La nuova strategia social di Chiara Ferragni è un flop: l'influencer costretta a chiudere i commenti
Costume / “She’s back”: Chiara Ferragni torna sui social con una nuova strategia
Costume / Optima: i vantaggi e la comodità di una bolletta unica
Costume / Chiara Ferragni torna sui social dopo due settimane di silenzio
Costume / Roma: le migliori location con vista per il giorno del sì
Costume / Fenomeno “Sharenting”: quando i figli finiscono in vetrina sui social
Costume / I social creano dipendenza tra i giovani? Sì, ma i veri colpevoli sono i genitori