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Tumore al cervello, scoperta una proteina legata all’Alzheimer che può bloccarlo

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Una ricerca internazionale ha scoperto una proteina associata al morbo di Alzheimer in grado di contrastare i gliomi, tra i tumori celebrali più letali

Tumore al cervello, scoperta una proteina legata all’Alzheimer che può bloccarlo

Una straordinaria ricerca potrebbe dare preziosi frutti nella lotta al tumore al cervello. Esisterebbe infatti un modo per frenare l’avanzamento delle forme più letali di questa tremenda malattia. Secondo i giovani autori della scoperta, i ricercatori spagnoli dell’Instituto de Salud Carlos III (ISCIII), il segreto starebbe nella proteina TAU, fra le cause di alcune patologie neurodegenerative come l’Alzheimer.

In particolare questa proteina riuscirebbe a frenare l’aggressività dei gliomi, rari tumori maligni del cervello che possono trasformarsi nei più letali glioblastomi. Si tratta di tumori che sono particolarmente resistenti alla chemioterapia e ad altre terapie convenzionali, tanto da portare al decesso del paziente entro 15 mesi.

L’importante scoperta che la proteina tau può bloccare l’aggressività di questi tumori permetterà agli scienziati di trovare dei farmaci capaci di limitarne l’azione e quindi poter combattere il cancro. La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, ha quindi dimostrato che la proteina TAU si ritrova anche nelle cellule dei gliomi, dove reprimerebbe la loro capacità di creare nuovi vasi sanguigni, fondamentali per rifornirsi di nutrienti, favorendo la crescita e l’aggressività del tumore.

Gli scienziati, coordinati dal professor Ricardo Gargini, biologo molecolare di origine argentina dell’Unità di Neuro-oncologia presso l’istituto madrileno, sono giunti alla loro conclusione dopo aver condotto esperimenti su tessuto cerebrale umano in vitro e modelli murini (topi) con cancro al cervello.

Ricardo Gargini, principale firma dello studio, ha confessato a El País: “Crediamo che Tau sia la chiave fra Alzheimer e cancro”. Il merito della scoperta va principalmente ai ricercatori dell’ISCIII Beatriz Heranz, Esther Hernández, Rafael Hortigüela, Pilar Sánchez Gómez, Ricardo Gargini, Berta Segura-Collar, Teresa Cejalvo e Andrés Romero Bravo.

Lo studio è stato però realizzato in collaborazione con il Centro di Investigazione Biomedica del Red di Malattie Neurodegenerative (CIBERNED), dell’Associazione Spagnola contro il Cancro (AECC), del Centro di Biologia Molecolare del CSIS e dell’Ospedale 12 Ottobre, integrati nell’Istituto di Ricerca Sanitaria i+12 di Madrid. Il progetto è stato finanziato dal Ministero dell’Economia e della Competitività, dell’Associazione Spagnola contro il Cancro e del NIH (Istituto Nazionale di Salute).

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