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“Stuprava e picchiava l’ex fidanzata”: figlio di un ex dirigente di Palazzo Chigi condannato a 4 anni di carcere

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“Stuprava e picchiava l’ex fidanzata”: figlio di un ex dirigente di Palazzo Chigi condannato a 4 anni di carcere

Stalking, maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale. È la lunga lista di reati per cui è stato condannato a 4 anni e 4 mesi Marco Volpicelli, accusato di aver picchiato, violentato e vessato l’ex fidanzata.

Secondo la procura, dal 2016 al 2019 la giovane donna ha subito una lunga serie di maltrattamenti e “vessazioni fisiche e psicologiche mortificanti” da parte dell’imputato, a cui è stato contestato un “contegno violento, dispotico e irriguardoso, in contrasto con la dignità umana”. Per lui il pm aveva chiesto una condanna a 7 anni, scesa a 4 anni e 4 mesi perché è caduta l’accusa di sequestro di persona.

“Ero intrappolata in una relazione tossica ora mi sento rinata. Avevo paura, anche perché lui viene da una famiglia con molte disponibilità”, ha raccontato la vittima che aveva conosciuto Volpicelli quando aveva 20 anni.

Numerosi gli episodi contestati all’uomo, figlio di un ex dirigente di Palazzo Chigi. La giovane donna sarebbe stata da lui insultata, isolata da amici e parenti, picchiata e violentata, costretta in più occasioni a subire rapporti non protetti. Le avrebbe distrutto il cellulare, i vestiti e anche le scarpe, tagliate per impedirle di uscire di casa. Per renderle difficoltoso sostenere gli esami universitari, era solito, secondo l’accusa, svegliarla continuamente la notte precedente. “Se non torni faccio un macello, ti taglio tutto: le scarpe e la giacca che hai qui”, le avrebbe detto nel 2016 mentre lei era a una festa.

Il 21 giugno 2017 l’avrebbe aggredita “con schiaffi e morsi” e le avrebbe lanciato contro un bicchiere di vetro, ferendola al viso, alla caviglia e a un polso. A settembre l’avrebbe poi picchiata, gettandole fuori dal finestrino giacca e scarpe, per poi trascinarla per i capelli fuori dall’auto. Nell’estate del 2018 l’avrebbe aggredita e scaraventata fuori dalla macchina, nonostante piovesse. In quel caso i passanti chiamarono le forze dell’ordine ma, nonostante l’arrivo della pattuglia, aveva continuato a vessarla, lanciando fuori dal finestrino la sua borsa, il suo telefono e le sue scarpe e lasciandola sotto la pioggia per un quarto d’ora.

“Il plauso più grande va alla vittima”, ha affermato Camilla Annibaldi, responsabile dell’associazione “Ricomincio da me” che ha assistito la giovane assieme all’avvocato Luana Sciamanna. “Si è chiuso un cerchio iniziato nell’aprile 2019, quando alle nostre porte bussò una ragazza spaventata e tumefatta. Oggi c’è una giovane donna che ha ripreso in mano la propria vita”, ha detto a Il Messaggero.

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