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    Il sindaco leghista di Codogno: “I negazionisti del Covid? Vengano a vedere il nostro cimitero”

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 29 Lug. 2020 alle 17:59 Aggiornato il 29 Lug. 2020 alle 18:02

     

    Sindaco Codogno: “Negazionisti Covid vengano a vedere il nostro cimitero”

    Continua a far discutere in Italia il convegno organizzato qualche giorno fa al Senato e che ha riunito quelli che sono stati definiti i “negazionisti del Covid“: a intervenire sul tema oggi in modo molto amaro è stato anche il sindaco leghista di Codogno, la città in cui è esploso il primo focolaio di Coronavirus in Italia. “Mi fanno venire l’ulcera i negazionisti del Covid – ha dichiarato il primo cittadino, Francesco Passerini – come i deputati che si sono astenuti sulla Giornata nazionale in memoria delle vittime, sostenendo che non è esistito. Vengano quassù a vedere il nostro cimitero, magari capiscono qualcosa”. “Il Coronavirus – ha continuato il sindaco del comune lodigiano – non è stata un’invenzione mediatica. A Codogno, dal 21 febbraio al 18 maggio sono morte 224 persone, rispetto a una media di 80-90 negli anni passati in quel periodo”.

    Tra i partecipanti al convegno a Palazzo Madama c’era anche il leader del partito del sindaco di Codogno, ovvero Matteo Salvini. Il segretario del Carroccio è finito nell’occhio del ciclone per le sue dichiarazioni sulle mascherine e sulle strette di mano, ma Passerini ha preferito non entrare in polemica con lui: “Salvini non aveva la mascherina? Non so se è stata una provocazione, non so quante persone c’erano al convegno né ho sentito cosa è stato detto”. Da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus però, ha continuato il primo cittadino, “noi abbiamo sempre mantenuto la barra dritta: mascherine, disinfezione delle mani e distanziamento. Ora nel nostro territorio le terapie intensive sono vuote, da quasi due mesi non abbiamo un positivo in città e inizieremo lo screening sierologico a tappeto con almeno un test per famiglia”.

    Una battuta anche sullo stato di emergenza, prorogato dal Governo (con l’approvazione del Parlamento) fino a ottobre: “Per me non si può parlare di stato di emergenza. Ora la situazione è cambiata, è cambiata la gestione della patologia, si fanno molti più tamponi. Bisogna avere attenzione senza psicosi”. Codogno, proprio in questi giorni, sta cercando di organizzare il primo evento in piazza dopo mesi. Appuntamento per l’8 agosto, per un concerto jazz: “Puntiamo ad avere mille persone sedute – spiega Passerini – ovvero il massimo. Ovviamente tutte con la mascherina. Codogno guarda avanti vedendo sempre più luminosa la luce in fondo al tunnel”.

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