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È uscito il nuovo numero del settimanale di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale

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Il nuovo numero del settimanale The Post Internazionale è disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App

È uscito il nuovo numero del settimanale The Post InternazionaleIl magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, propone ogni settimana inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani.

the post internazionale

La cover story di questo numero speciale, interamente dedicato alla guerra tra Israele e Hamas, è dedicata alla possibilità di poter raggiungere una mediazione nel conflitto.

L’architetto israeliano degli Accordi di Oslo e un negoziatore palestinese ai colloqui del 1993 spiegano in esclusiva a TPI come si possa ancora raggiungere una tregua.

Il giusto contesto internazionale. La volontà di risolvere i problemi insieme. Poche aspettative. E nessuna precondizione. L’architetto israeliano degli Accordi di Oslo Yossi Beilin spiega a TPI come far ripartire i negoziati.

“Chi in Israele era in piazza contro gli accordi del 1993 oggi è al governo. Serve un cambio radicale nei rapporti di forza. Ci vuole parità”. Hasan Asfour, ex collaboratore di Abu Mazen e delegato dell’Olp a Oslo, spiega a TPI da dove ripartire per riprendere il dialogo.

Dalla decolonizzazione alla Guerra Fredda. Dal crollo dell’Urss al mondo multipolare. Il conflitto tra Israele e i palestinesi resta un nodo irrisolto della politica internazionale. La soluzione dei due Stati è fallita. E la colpa è anche di un Occidente poco lungimirante. L’opinione di Elena Basile su TPI.

E ancora, perché l’odio chiama odio. Hamas è l’aggressore. Israele l’aggredito. Ma da decenni lo Stato ebraico tiene i palestinesi in condizione di apartheid. La responsabile però è la comunità internazionale che ha lasciato che questa piaga marcisse.

Approfondimento sulla fabbrica del terrore e del consenso a Gaza. Armi, repressione, attentati. Ma anche ospedali, istruzione e campi estivi. Hamas governa la striscia con il pugno di ferro. Usando i civili come scudi umani. La sua ala politica però è ancora popolare. Ecco perché.

Ha ignorato gli avvertimenti dell’intelligence. Ha promosso politiche divisive in patria. E discriminatorie verso i palestinesi. Così il massacro di Hamas e la violenta reazione contro Gaza segnano la fine della dottrina e della carriera del premier più longevo d’Israele. Perché Benjamin Netanyahu è il grande colpevole.

Infine, un’analisi su quello che potrebbe accadere in Medio Oriente. Le perplessità degli Usa per la ritorsione di Israele. Le incognite su Gaza. La questione dei profughi. I timori di una guerra estesa a Hezbollah. Il ruolo della Siria. E le manovre anti-saudite dell’Iran. Dopo il raid di Hamas nella regione si rischia l’effetto domino.

Questo e molto altro nel nuovo numero del settimanale The Post Internazionale disponibile già da ora nella versione digitale.
Continua a leggere sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui.

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