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    Rezza: “Per immunità di gregge vaccino a 60-70% della popolazione”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 24 Nov. 2020 alle 19:23 Aggiornato il 24 Nov. 2020 alle 19:43

    “Oggi si registrano 23.232 casi, in leggero aumento rispetto a ieri ma con 40mila tamponi in più. Purtroppo accompagnati da 853 decessi, il dato più alto della seconda ondata”. Lo ha detto il Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, al punto stampa al ministero sull’analisi della situazione epidemiologica.

    “Oggi 188.659 tamponi – ha spiegato – ed è diminuita la proporzione di positivi sul totale dei tamponi. Però brutto dato dei decessi, 853, in aumento di 200 rispetto a ieri. Un numero purtroppo alto. Come sappiamo anche quando tendono a diminuire i nuovi casi grazie all’impatto delle misure prese gli indicatori che calano per ultimi sono proprio quelli relativi al sovraccarico delle terapie intensive e al numero dei decessi. C’è cauto ottimismo perché diminuiscono i positivi, controbilanciato da questi numeri sui decessi, sappiamo che gli effetti di questa lunga scia si vedranno per diverso tempo”.

    Io credo che bisognerà evitare situazioni troppo rischiose, non vorrei che il fatto che guardiamo con ottimismo all’effetto delle misure prese ci portasse a rilassare troppo queste misure con conseguenze che possono essere molto dannose. Abbiamo la speranza – ha concluso – che da qua a pochi mesi potremo cominciare a vaccinare sempre più persone, in maniera graduale, riducendo fortemente l’impatto di questa maledetta pandemia”.

    “Grosso modo almeno tra il 60% e il 70% della popolazione dovrebbe essere vaccinata contro il SarsCov2 per ottenere l’immunità di gregge – ha osservato – Ciò vuol dire vaccinare 42 milioni di italiani e questa è una grande sfida. Ma ci sarà un progressivo incremento delle dosi di vaccino a partire dal 2021 e avere più di un vaccino è un vantaggio”.

    Rezza ha poi parlato della campagna di vaccinazione contro l’influenza. “Sui vaccini antinfluenzali è stato fatto un grosso sforzo da parte delle regioni, non abbiamo un acquisto centralizzato come si sa. Quest’anno 17-18 milioni di dosi, più altre acquisite dalla struttura commissariale. Succede però che le dosi arrivino nelle diverse regioni in maniera scaglionata – ha spiegato il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute – Chi voleva vaccinarsi è corso subito – ha aggiunto – c’è stata una forte domanda all’inizio. Quindi in alcune zone c’è stato un eccesso di domanda, con qualche disagio. Ma la campagna vaccinale sta andando bene, siamo soddisfatti”.

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