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Scommesse, operazioni sospette e infiltrazioni dei clan: Report indaga sugli affari del ds della Lazio Tare

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L’inchiesta di Report sui legami tra calcio e clan che coinvolge il ds della Lazio Tare

Spunta anche il nome del direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, nell’inchiesta di Report sui legami tra calcio e clan, che andrà in onda stasera, lunedì 7 giugno, alle 21,15 su Rai 3.

Nell’inchiesta “Splendori e miserie dei signori del calcio” si tenta di far luce su un giro di affari e di conflitti di interesse con infiltrazioni della criminalità organizzata.

In particolare sono due gli episodi al centro del reportage. Il primo riguarda un’indagine della procura di Bari, partita dalle rivelazioni del Gico della Guardia di Finanza, che nel 2018 arresta 22 persone legate ai clan Capriati e Parisi.

L’inchiesta rivela un’alleanza tra mafia siciliana, ‘ndrangheta e clan baresi per investire in una rete di sale scommesse, in Italia e all’estero.

In particolare le cosche puntano all’acquisto della Top Bast, società albanese di scommesse con all’attivo circa 400 sale, intestata a Ermal Barjami, che, secondo la Guardia di Finanza, sarebbe un prestanome.

Nell’ordinanza della procura di Bari, infatti, si legge che “di fatto, la società è dei fratelli Genti e Igli Tare, rispettivamente console albanese in Turchia e direttore sportivo della società sportiva Lazio”.

A conferma di ciò, secondo gli investigatori, vi sarebbero una serie di contatti intercorsi tra gli emissari dei clan e Genti Tare. In particolare, vi sono una serie di mail che contengono le basi per un possibile accordo e nelle quali si parla di un incontro, fissato per l’8 gennaio 2015, tra Genti Tare e il capo dell’organizzazione barese, Francesco Martiradonna.

La vendita, però, non va a buon fine, motivo per cui i fratelli Tare non vengono indagati. Le carte dell’inchiesta, però, vengono inviate alla procura federale della Figc per fare luce sul ruolo di Tare, dal momento che il direttore di un club non può essere proprietario di un’agenzia di scommesse. La procura, però, conduce una serie di accertamenti, ma non ascolta Igli Tare.

Lo stesso Tare, che a La Repubblica si dice estraneo alla vicenda dichiarando di essere “vittima di un tentativo di discredito da parte di soggetti terzi”, conferma di non essere mai stato sentito dai magistrati sportivi.

Igli Tare, però, entra in ballo anche in un’altra operazione, questa volta di calciomercato, che riguarda l’acquisto, da parte della Lazio, dell’attaccante kosovaro Vedat Muriqi.

Muriqi viene acquistato dalla squadra turca del Fenerbahçe nell’estate del 2020 in un’operazione da 17,5 milioni di euro alla quale partecipano almeno quattro intermediari.

Oltre all’agente e all’avvocato del calciatore, infatti, entrano nell’affare anche l’albanese Shkumbin Qormemeti, in ottimi rapporti con il ds della Lazio, e i fratelli Gabriele e Valerio Giuffrida.

La Lazio dichiara di aver pagato la commissione alla GG11 di Gabriele Giuffrida, società di cui, fino al 2017, è stato socio anche il fratello Valerio.

La stranezza sta nel fatto che Valerio Giuffrida è stato per circa due anni anche sindaco supplente della Lazio Events, la holding attraverso la quale Claudio Lotito, patron della Lazio, controlla la società biancoceleste.

Un incarico lasciato prima dell’operazione Muriqi, ma che rivela lo stretto rapporto tra Giuffrida e la Lazio. Dal canto suo la società biancoceleste fa sapere che “Valerio Giuffrida non è mai passato dalla supplenza all’incarico effettivo”.

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