Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:33
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Regeni, il procuratore Pignatone: “Giulio torturato per una settimana. Collaborazione con Egitto altalenante”

Immagine di copertina
Credit: Ansa foto

Giulio Regeni è morto per le torture che gli sono state inflitte nel corso di una settimana. L’ha detto l’ex procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone nell’audizione che si è svolta davanti alla commissione sulla morte del giovane ricercatore avvenuta in Egitto.

“Il primo blocco di dati oggettivi che hanno aiutato ad esempio a smontare e smentire la cosiddetta ipotesi del pulmino si è avuta con l’autopsia perché, come la commissione sa, quella fatta dalle autorità egiziane era di conclusioni abbastanza generiche” – ha spiegato Pignatone – “L’autopsia, nonostante fossero state asportate alcune parti del cadavere, fatta da uno specialista vero incaricato dalla procura di Roma con le risorse della tecnologia, ha descritto un quadro della morte di Giulio Regeni frutto di torture prolungate per una settimana, che erano incompatibili con la tesi della banda dei rapinatori o truffatori. Quello è il primo elemento oggettivo”.

“Un’altra cosa importante – ha aggiunto Pignatone – è stato il ruolo della famiglia a del mondo delle organizzazioni e associazioni che hanno sostenuto e sono state accanto alla famiglia perché non c’è dubbio che ha esercitato sia sul governo italiano, ma per l’Italia che è un paese democratico cioè rientra nelle regole costituzionali, sia a livello di opinione pubblica mondiale, una pressione significativa che in certi momenti è stata decisiva per alcuni passaggi. Almeno questa è stata la nostra sensazione da Roma”.

“La collaborazione tra l’autorità egiziana e quella italiana a livello giudiziario ha avuto, secondo me, un andamento altalenante. Io credo che sia giusto riconoscere che una collaborazione fattiva c’è stata, non nel senso che è stato dato tutto quello che si poteva dare o che è stato chiesto. Risulta agli atti che le rogatorie sono state evase solo in parte o con grandissimo ritardo. Ad esempio prima di avere i tabulati telefonici e il traffico delle celle in alcune zone ci sono state decine di mail, telefonate”. Pignaton ha poi aggiunto: “Mai saremmo potuti arrivare al punto in cui si è arrivati se l’Egitto non avesse trasmesso alcune carte. Alcune di queste erano state chieste da noi, altre date di iniziativa perché noi non potevamo sapere che c’era ad esempio il video della conversazione tra il capo del sindacato e Giulio Regeni”.

Ti potrebbe interessare
Cronaca / Morto Franco Di Mare: la malattia che ha colpito il giornalista
Cronaca / Chi era Sofia Stefani, la vigilessa uccisa ad Anzola
Cronaca / L’ex comandante Giampiero Gualandi fermato per l'omicidio di Sofia Stefani
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Morto Franco Di Mare: la malattia che ha colpito il giornalista
Cronaca / Chi era Sofia Stefani, la vigilessa uccisa ad Anzola
Cronaca / L’ex comandante Giampiero Gualandi fermato per l'omicidio di Sofia Stefani
Cronaca / L’inizio della rissa in discoteca tra Fedez e Iovino ripreso dalle telecamere: un’ora dopo l’aggressione
Cronaca / Così Filippo Turetta ha pianificato la morte di Giulia Cecchettin
Cronaca / “L’Aeroporto di Roma Frosinone e il Futuro del Trasporto Aereo nel Lazio”
Cronaca / Chef Rubio aggredito davanti alla sua abitazione a Roma
Cronaca / Filippo Turetta ha ucciso Giulia Cecchettin con 75 coltellate
Cronaca / A chi fa gola il mega-porto crocieristico di Fiumicino
Cronaca / Accolto il ricorso, Ilaria Salis andrà ai domiciliari a Budapest