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    Passeggeri Msc italiani a TPI: “Costretti a fare test per coronavirus a Dubai: spese di quarantena a nostro carico”

    Msc Bellissima

    I passeggeri italiani a Dubai dovranno sottoporsi al tampone: se l'esito sarà positivo rischiano di dover coprire da soli le spese di quarantena. Msc nega possibilità di rinviare il viaggio

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 5 Mar. 2020 alle 16:43 Aggiornato il 9 Mar. 2020 alle 14:13

    Passeggeri Msc italiani a TPI: “Costretti a fare test per coronavirus a Dubai: spese di quarantena a nostro carico”

    “Con un decreto che mi vieta di stare in luoghi affollati io come posso andare su una nave con 5mila passeggeri? Doveva essere una vacanza, ma rischia di diventare un incubo”. I passeggeri che avevano prenotato una crociera in Emirati Arabi e Oman con Msc e che avrebbero dovuto imbarcarsi il 7 o il 14 per il loro viaggio dei sogni hanno visto le loro aspettative crollare in pochi giorni. L’emergenza coronavirus in Italia e le misure adottate dagli altri paesi nei confronti degli italiani hanno prima gettato tutti nella massima incertezza e nelle ultime ore li hanno costretti a fare i conti con la realtà.

    L’itinerario del viaggio ha dovuto essere modificato dalla compagnia dopo che l’Oman, come altri paesi, ha stabilito il divieto di ingresso nel Paese per tutti i cittadini italiani, mentre gli Emirati Arabi hanno annunciato che tutti i passeggeri italiani in arrivo all’aeroporto di Dubai saranno sottoposti al test. In caso di esito positivo (i risultati del tampone sono disponibili dopo 24 ore), la persona sarà contattata dalle autorità locali, che potranno predisporre misure di quarantena. Il problema è che, paradossalmente, il viaggiatore potrebbe anche doversi accollare le spese per la quarantena.

    Interpellata dai passeggeri sul punto, l’ambasciata italiana a Dubai ha risposto: “In base alle informazioni in nostro possesso, al momento eventuali spese ospedaliere per ricovero in caso di positività al COVID-19 vengono coperte dalle autorità locali”. Tuttavia, specifica l’ambasciata, “è consigliabile stipulare un’assicurazione sanitaria che copra, oltre alle spese mediche, un eventuale rimpatrio sanitario”. Assicurazione che costa centinaia di euro al giorno a persona.

    “Non chiediamo il rimborso, ma di posticipare la crociera a quando tutto si sarà calmato”, dice a TPI Carolina, che gestisce un’agenzia di viaggi a Napoli e che ha prenotato la crociera sulla Msc Bellissima in partenza il 14 marzo, ma che si è vista cancellare la tappa di Doha, in Qatar, dove la nave sarebbe dovuta rimanere due giorni.

    Vanessa* invece dovrebbe partire domani per gli Emirati, per imbarcarsi sulla nave giorno 7, e ancora non sa cosa fare. “Nelle 24 ore in cui aspetteremmo l’esito del test saremmo comunque liberi di partire, quindi che senso ha come misura di sicurezza?”, dice a TPI. “Se fossimo positivi potremmo andare in giro a contagiare altre persone o, viceversa, se fossimo negativi potremmo essere contagiati da altri passeggeri che non sanno ancora di avere il virus. Se non è possibile un rimborso chiediamo almeno di poter partire quando tutto sarà terminato”.

    Msc finora non ha acconsentito a rimandare le partenze, nonostante l’odissea della MSC Meraviglia, la nave da crociera con oltre 4mila passeggeri rifiutata dalla Giamaica (ne abbiamo parlato qui) e dalle Cayman (ne abbiamo parlato qui) per paura, poi rivelatasi infondata, che qualcuno a bordo avesse contratto il coronavirus. “Non vogliono annullare a nessun costo. Dicono che a Dubai è tutto ordinario”, sostiene Carolina. “Vista la situazione mondiale non possono mettere a rischio delle persone per il loro business. Rischia di diventare una crociera da incubo, non una vacanza”.

    “Con un decreto che vieta di stare in luoghi affollati io vado su una nave con 5mila passeggeri?”, si chiede Carolina. “Non è giusto. Non è giusto neanche che ci rimettiamo noi agenzie. Non rivogliamo i soldi indietro, chiediamo solo di rimandare il viaggio vista la situazione”.

    *Il nome è di fantasia perché la persona ha accettato di fornire la sua testimonianza in forma anonima

     

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