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    È morto il pianista Ezio Bosso. Aveva 48 anni

    Ezio Bosso: Credit: Ansa
    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 15 Mag. 2020 alle 09:35 Aggiornato il 15 Mag. 2020 alle 11:11

    È morto il pianista Ezio Bosso. Aveva 48 anni

    Il celebre pianista Ezio Bosso è morto oggi, venerdì 15 maggio, a 48 anni. A darne la notizia il Corriere della Sera. Il compositore torinese aveva una malattia neuro degenerativa da anni ma nonostante questo era riuscito a diventare uno dei nomi più celebri del panorama musicale italiano. Direttore d’orchestra, compositore e pianista Ezio Bosso aveva commosso il mondo quando annunciò di essere malato di una patologia neuro degenerativa. Un dolore che lo costrinse a ritirarsi dalle scene nel settembre 2019 quando disse “non posso più suonare”. Non riusciva più a muovere due dita della mano. “Se mi volete bene, smettetela di chiedermi di mettermi al pianoforte. Non sapete il dolore che mi provoca. Non posso dare alla musica abbastanza”, aveva dichiarato il compositore. Ezio Bosso era nato a Torino il 13 settembre 1971.

    Ezio Bosso, il commovente discorso al Parlamento europeo | VIDEO

     

    Ezio Bosso ha esordito al Festival di Sanremo 2016 invitato da Carlo Conti come ospite d’onore. Quella sera si esibì con la composizione “Following a Bird” contenuta nell’album “The 12th Room“.

    Credit: Facebook

    Ezio Bosso, la malattia del pianista

    Ezio Bosso soffriva di una malattia autoimmune che presenta gli stessi effetti della sclerosi laterale. Il musicista aveva scoperto di essere affetto dalla malattia neurologica nel 2011, dopo un intervento al cervello. Nel 2017 in un’intervista rilasciata al settimanale Vanity Fair aveva parlato della sofferenza che gli causava la malattia con la musica: “Beethoven si arrabbiava tantissimo e diceva: se non usi il corpo, non puoi suonare. La musica sono le dita, il respiro, le braccia con cui avvolgi lo strumento. Se suono solo con le mani e la testa, suono male. Io sono un pianista improprio, con due dita che non funzionano, e attraverso il mio piano scopro i miei limiti: ci ascoltiamo sempre io e lui. Ascoltandolo ho capito che fare troppi concerti è diventato per me molto faticoso. E anche scrivere lo è”.

    Ad essere colpiti sono i motoneuroni, le cellule cerebrali che si occupano del controllo dei movimenti, che portano alla paralisi progressiva della muscolatura volontaria, la perdita di forza negli arti e dei muscoli adibiti a funzioni vitali come la respirazione e la deglutizione. Ezio Bosso sulla malattia aveva dichiarato: “Un incidente, un terremoto, una storia. La mia storia. Noi siamo composti da storie, e non ci sono storie belle o brutte. Però hanno dei colori: possono essere tristi, disperate, allegre. Quello che bisogna evitare sono le storie noiose. Il mio disagio è per me occasione di non annoiarmi mai”.

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