“Indicare la razza del bambino”: polemica per un modulo distribuito in una scuola elementare di Roma
Fa discutere una voce di un vecchio modulo usato per individuare precocemente i disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) dei bambini, distribuito lo scorso lunedì ai genitori delle classi di seconda elementare dell’ICS Borsi-Saffi, nel quartiere San Lorenzo di Roma. Oltre a chiedere il nome, l’età e la sezione degli scolari, il questionario ha uno spazio nel quale inserire il “gruppo etnico o la razza” del bambino. Due parole che – racconta il Corriere della Sera – hanno fatto storcere il naso a più di una persona.
Il Centro clinico Marco Aurelio, che ha offerto il servizio di individuazione dei Dsa, ha risposto alle richieste di spiegazioni: “La scelta di usare il vecchio test è puramente tecnica. Non c’è alcun intento discriminatorio”, assicura Giuseppe Romano, psicologo e psicoterapeuta del Centro clinico. Sul termine “razza” commenta: “Sì, avrei dovuto toglierlo dal questionario. Semplicemente non ci ho pensato”. La questione si è allargata rapidamente anche alla politica. Sette deputati Pd eletti nel Lazio hanno annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara con l’intento di scoprire “come sia stato possibile che un questionario contenente espressioni così gravi e razziste sia stato distribuito in una scuola del nostro Paese e per evitare che una vicenda del genere possa accadere di nuovo”.
I parlamentari ritengono anche insufficiente la spiegazione data dalla scuola e dal centro clinico: “Il tentativo dei dirigenti dell’Ics Borsi-Saffi di derubricare la vicenda a scivolone lessicale non rende certamente meno grave l’utilizzo di queste espressioni, ma anzi ancor più odiosa perché avvenuta all’interno di una scuola”.