NewsGuard lancia il Centro di monitoraggio della misinformazione sulla guerra tra Israele e Hamas
NewsGuard lancia il Centro di monitoraggio della misinformazione sulla guerra tra Israele e Hamas
Sono già 15 le affermazioni false o totalmente prive di fondamento sulla guerra tra Israele e Hamas: è quanto scoperto da NewsGuard, il sistema che analizza la credibilità e la trasparenza dei siti d’informazione, che ha lanciato il Centro di monitoraggio della misinformazione, una pagina che documenta le principali narrazioni false emerse sulla guerra e include informazioni su dove tali affermazioni sono emerse, sulle modalità con cui si stanno diffondendo e sul livello di engagement online che stanno ricevendo.
Le fake news identificate da un team internazionale di analisti di NewsGuard, avevano già raccolto in pochi giorni un totale di 22 milioni di visualizzazioni su X (ex Twitter), TikTok e Instagram.
“Siamo rimasti sbalorditi dalla rapidità con cui la macchina della misinformazione si è attivata in seguito agli attacchi di sabato, anche se probabilmente non avremmo dovuto esserlo dopo quello che abbiamo visto con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”, ha dichiarato Steven Brill, co-CEO di NewsGuard.
“E ora, con l’IA generativa che ha moltiplicato le forze dei misinformatori, sembra chiaro che l’ecosistema dell’informazione sia destinato a peggiorare molto, molto più velocemente” ha aggiunto.
Tra le 15 affermazioni false o completamente prive di fondamento a proposito della guerra individuate finora, NewsGuard ha identificato quattro temi principali: l’attacco contro Israele in realtà è stato una “false flag”, Israele sta inscenando in alcuni video l’uccisione di bambini da parte di Hamas, l’amministrazione Biden ha approvato un pacchetto di aiuti da 8 miliardi di dollari per Israele e l’Ucraina ha venduto armi ad Hamas.
Un’analisi di NewsGuard ha riscontrato che i sostenitori di entrambe le parti coinvolte nel conflitto hanno spesso pubblicato video e foto senza contesto per promuovere queste narrazioni.
La cosa ancora più incredibile, se possibile, è che su X, molti di questi utenti erano verificati, il che significa che, essendo abbonati al servizio premium della piattaforma, il raggio d’azione dei loro post falsi o fuorvianti viene amplificato dall’algoritmo di X.
Inoltre, la spunta blu potrebbe far pensare a chi non ha familiarità con le policy di X che l’identità o addirittura la credibilità dell’utente siano state effettivamente “verificate”.