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    Covid, Galli contro Draghi: “Sul Covid il premier non ne ha azzeccata ancora una”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 18 Apr. 2021 alle 12:18

    Galli contro Draghi: “Sul Covid non ne ha azzeccata ancora una”

    Sul Covid il premier Mario Draghi “non ne ha azzeccata ancora una”: è l’impietoso giudizio dell’infettivologo Massimo Galli sulla gestione della pandemia da parte del governo.

    Intervistato da Il Fatto Quotidiano, il direttore/responsabile del reparto Malattie Infettive all’Ospedale Luigi Sacco di Milano ha spiegato perché, a suo dire, le riaperture annunciate dall’esecutivo rischiano di far peggiorare la situazione epidemiologica in Italia.

    “Il punto è che con l’annuncio di venerdì è stato dato un messaggio di ‘liberi-tutti’ che proprio non ci potremmo ancora permettere. Almeno fino a una migliore copertura dei settantenni con la prima dose e degli ottantenni con la seconda. Mi sembrano obiettivi ancora lontani” ha dichiarato l’esperto.

    Sulle riaperture previste per il 26 aprile con la reintroduzione della zona gialla, Galli afferma: “A me piacerebbe tantissimo far parte della schiera che pensa l’Italia sia messa benissimo, ma purtroppo non è così. Temo la diffusione dell’infezione. Abbiamo per mesi giocato coi colori e in Sardegna abbiamo recentemente visto il risultato più impietoso passando in pochissimo tempo dal ‘bianco’ al ‘rosso’. E ora eccoci qui a dare un segnale di riapertura generalizzata mentre le infezioni attive nel Paese sono tra il mezzo milione e il milione. E queste sono stime conservative: non tutti i positivi fanno il tampone e scoprono di esserlo”.

    “Sono in profondo disaccordo con tutta la strategia adottata dall’Italia – aggiunge Galli – Mi duole dirlo, perché su Mario Draghi, come milioni di italiani, riponevo molte aspettative, ma sulla pandemia non ne ha azzeccata ancora una”.

    Sulle vaccinazioni, invece, l’infettivologo dichiara: “Da qui al 26 aprile al trotto attuale avremo tre milioni e mezzo di nuovi vaccinati a esagerare, quindi 17 milioni in tutto. Il che significa non arrivare neppure a trenta dosi ogni cento persone. Per capirci, nel Regno Unito sono a sessanta dosi ogni cento persone. E risultati importanti si ottengono quando vengono superate le cento dosi ogni cento persone perché vuol dire che si è già partiti con i richiami”.

    Galli critica anche la posizione dell’esecutivo sulla vicenda AstraZeneca affermando che “abbiamo avuto un allineamento passivo su posizioni internazionali che non ci potevamo permettere visto lo stato della diffusione del contagio in Italia”.

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