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Trapani, uccide la moglie con 12 coltellate: arrestato mentre aveva ancora in mano l’arma del delitto

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Ci sarebbero i motivi passionali dietro l’omicidio di Maria Amatuzzo, 29enne di Trapani uccisa il 24 dicembre con 12 coltellate all’addome: ad infliggergliele suo marito Ernesto Favara, 63 anni, bloccato e disarmato dagli agenti mentre ancora si aggirava nei pressi della propria abitazione brandendo l’arma del delitto.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Castelvetrano, avrebbe compiuto l’omicidio nel pomeriggio di ieri all’interno della casa nella frazione balneare Marinella di Selinunte.

Inutili i tentativi di rianimare la donna, troppo gravi le ferite riportate. Nei prossimi giorni sul suo corpo verrà disposta l’autopsia. Favara si trova nella casa circondariale di Trapani a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.

Per adesso si è rifiutato di rispondere alle domande degli inquirenti. Di lavoro faceva il pescatore. “Uno dei pescatori storici della marineria di Selinunte, ha esercitato l’attività per decenni, ma negli ultimi tempi lo abbiamo visto poche volte, partecipava molto di rado alle nostre attività”, ricorda Giacomo Russo, presidente del Comitato “Sacro Cuore di Maria” che nella borgata riunisce i pescatori devoti alla Madonna.

“Da quando era andato in pensione Ernesto non usciva più in barca, aveva comprato un tre ruote e vendeva pesce nella borgata, scegliendo punti strategici dove si fermava per i clienti. La moglie collaborava con lui”.

Tra i due i rapporti erano burrascosi: si erano separati più volte, i loro figli erano stati affidati a una comunità. “Cercheremo di capire quale sia stata la matrice che ha avuto come epilogo la tragedia che si è consumata”, ha detto l’avvocata Margherita Barraco, che difende Favara. “Proveremo a capire se può essere escluso il reato a sfondo passionale o se tutto sia scaturito dalla triste vicenda legata ai figli tolti alla coppia. Resta, comunque, la gravità del gesto”.

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