Covid, tutti i dubbi sulla quarta dose del vaccino: “È davvero utile?”
In Israele è già in corso la campagna di somministrazione delle quarta dose di vaccino anti-Covid, la Danimarca si appresta a iniziarla così come Stati Uniti, Cile e Brasile. Non tutti però sono convinti che questa dose extra sia necessaria o utile.
La Repubblica riporta il parere di Marco Cavaleri, responsabile per i farmaci e i vaccini contro il virus all’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Per lui: “Una campagna di massa ogni 3-4 mesi è insostenibile” e, inoltre, la risposta immunitaria “non sarebbe la stessa”.
La scelta di Israele di passare alla quarta dose non poggia su dati scientifici ma sulla sola necessità di evitare un’escalation di contagi. Evitare quello che è avvenuto in molti paesi del mondo a causa del diffondersi della variante Omicron.
Il sistema immunitario
Per Guido Forni, immunologo dell’Accademia dei Lincei, potrebbe non essere utile combattere il coronavirus a colpi di continui vaccini. “Esiste – ha spiegato – un termine tecnico che si chiama exhaustion, o sfinimento del sistema immunitario. È improbabile che accada con Sars-Cov2, ma esistono casi in cui, dopo tante stimolazioni, i linfociti T prodotti dai vaccini smettono di funzionare correttamente. È come se le nostre difese fossero sfinite”.
Un altro problema potrebbe sorgere con l’arrivo dei vaccini studiati per combattere le specifiche varianti. “Se io, che ho ricevuto tre dosi del vaccino messo a punto con il virus di Wuhan – ipotizza Forni – dovessi ricevere una quarta dose con il vaccino adattato a Omicron, il mio sistema immunitario potrebbe tendere a reagire come se avesse ancora a che fare con l’antigene di Wuhan. Una persona mai vaccinata prima produrrebbe invece anticorpi adatti a Omicron. È come se il mio corpo avesse imparato a eseguire un certo tipo di esercizi. Quando gli si chiede di farne di nuovi, preferisce tornare a quelli iniziali”.
Nonostante tutto, è certo che grazie ai vaccini abbiamo la possibilità di “controllare” la pandemia, cioè he è stato possibile trasformare una malattia che uccideva tantissimo in una malattia che non uccide o lo fa molto meno. Secondo uno studio pubblicato da Jama, i vaccini negli Stati Uniti hanno evitato 14 milioni di contagi, un milione di ricoveri e 241mila vittime. Per l’Italia la stima è dell’Ispi: la campagna di immunizzazione ha salvato la vita a 25mila persone.