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    “Riaperture precoci, porteranno a un alto numero di morti”: lo studio ignorato dal governo

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 26 Apr. 2021 alle 13:06

    Covid, lo studio inviato al Cts ignorato dal governo: “Riaperture precoci”

    Le riaperture previste nel nuovo decreto anti-Covid in vigore da oggi, lunedì 26 aprile 2021, sono “precoci” e possono portare a un “costante ma alto numero di morti giornaliere”: è quanto rivela uno studio che la Fondazione Bruno Kessler ha presentato al Cts e che è stato ignorato dal governo.

    Secondo quanto svelato da Il Fatto Quotidiano, infatti, Stefano Merler, epidemiologo matematico della Fondazione Bruno Kessler di Trento, che già a febbraio 2020 aveva redatto una proiezione, rivelatasi poi esatta, sulla diffusione del Covid in Italia, lo scorso 16 aprile è stato ascoltato dal Comitato tecnico scientifico sulle riaperture.

    Il Cts, però, non è stato mai formalmente coinvolto nella decisione del governo di reintrodurre la zona gialla, favorendo di conseguenza la riapertura di diverse attività, nonostante il premier Draghi, nel presentare le nuove misure, avesse parlato di “rischio ragionato” e di “decisioni che sono basate su evidenze scientifiche”.

    Merler, quindi, ha spiegato agli esperti che con l’indice Rt a 0,72 al 3 aprile, il “margine per le riaperture” era di circa 0,28, vale a dire che era possibile riaprire un terzo delle attività chiuse fino a quel momento per evitare che il tasso di riproduzione superasse 1.

    Nel corso dell’incontro, inoltre, l’esperto ha giudicato “precoci” le riaperture sottolineando che queste avrebbero potuto portare a un “costante ma alto numero di morti giornaliere”.

    Un rischio, invece, che sarebbe “estremamente ridotto con riaperture a valle di un marcato calo dell’incidenza” per esempio “a partire da inizio-metà maggio, mantenendo un Rt inferiore a 1”.

    In conclusione, Merler avvisava gli esperti che “con l’aumento dell’Rt a 1,1 l’epidemia potrebbe non essere facilmente controllabile”. Se l’Rt salisse a 1,25, invece, secondo l’epidemiologo il Paese rischierebbe una “quarta ondata”, che richiederebbe “misure importanti” per scongiurare “un altissimo numero di morti in breve tempo”.

    Sulla base di questo studio, Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia dell’università di Padova, vorrebbe promuovere un accesso agli atti della presidenza del Consiglio, del ministero della Salute e del Cts, per capire sulla base di quali evidenze scientifiche il governo si sia assunto un “rischio calcolato”.

    “Ne ho parlato con Massimo Galli, Roberto Battiston e Nino Cartabellotta – ha rivelato Crisanti – e anche loro sono d’accordo sull’accesso agli atti della Presidenza del Consiglio, del ministero della Salute e del Cts”. D’altronde lo stesso Galli, commentando la decisione del governo sulle riaperture, aveva parlato di “rischio calcolato male“.

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