Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    Italia verso zona rossa dal 24 dicembre al 7 gennaio. Oggi la decisione

    Credits: EPA/HAYOUNG JEON

    Più restrizioni a Natale, il Comitato tecnico scientifico si spacca sul parere al governo: alcuni esperti non firmano. Conte ammette: "Qualche ritocchino ci sarà"

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 16 Dic. 2020 alle 09:01 Aggiornato il 16 Dic. 2020 alle 14:23

    Italia zona rossa Natale: oggi il Governo decide sulle misure

    Italia in zona rossa dal 24 dicembre al 7 gennaio per mettere il Paese in sicurezza. È l’indicazione fornita dal governo alle Regioni nell’incontro di questa mattina che ha dato il via libera al piano sui vaccini. Il ministro Speranza, secondo quanto viene riferito, ha ricordato come nelle regioni che sono entrate in zona rossa ci sono stati significativi risultati, mentre gli altri territori in zona gialla hanno sofferto maggiormente. Troppo pericoloso – questo il ragionamento di Speranza e di Boccia – tenere aperti nelle festività natalizie.

    Il presidente della Regione Veneto Zaia si è detto d’accordo, mentre alcune regioni come la Toscana hanno frenato. Ma diversi governatori hanno sottolineato – sempre secondo quanto viene riferito – che c’è il pericolo anche di questo weekend, perché tra sabato e domenica si concentrano maggiormente gli spostamenti e gli acquisti natalizi nei negozi con il pericolo di assembramento.

    D’altro canto la zona rossa ora andrebbe per incidere in maniera più restrittiva, considerato che le scuole e le fabbriche si chiuderebbero, da qui il ragionamento di alcuni presidenti di regione sulla necessità di dare comunque un po’ di respiro alle persone, permettendo comunque – come per esempio ha sottolineato il governatore altoatesino Arno Kompatscher – perlomeno delle passeggiate.

    In ogni caso l’invito all’esecutivo è stato quello di decidere subito e di prevedere al più presto di nuovo ristori per le categorie che verranno danneggiate. Qualcuno tra i presidenti non esclude che venerdì in ogni caso ci possa essere un passaggio di qualche regione, come il Veneto, verso una fascia ad alto rischio di contagio. Tra poco si riuniranno i capi delegazione alla presenza del premier Conte. Alla riunione non partecipa a Italia viva che ha comunque già premesso di avallare le decisioni che prenderà l’esecutivo a patto che siano chiare e comprensibili.

    Conte: “Qualche misura ulteriore la introdurremo

    “Abbiamo già predisposto un piano per le festività natalizie. Forse qualche ritocchino ci sarà. Alla luce dei suggerimenti del Comitato tecnico scientifico qualche misura ulteriore la introdurremo. Ci stiamo riflettendo. Dobbiamo scongiurare in ogni caso una terza ondata perché sarebbe molto pesante”. Così ieri sera Conte sulla possibilità di introdurre nuove misure durante le vacanze di Natale. “Il sistema delle regioni colorate sta funzionando, abbiamo evitato un lockdown generalizzato come in Germania. Con misure calibrate e ben circoscritte stiamo reggendo bene questa seconda ondata”, ha osservato il premier.

    Boccia: “Vogliamo chiudere il più possibile”

    “Penso che sia utile e necessario restringere ancora di più durante le festività. Questa è la posizione che viene fuori dal Cts, verrà fuori anche dalle Regioni e ce lo chiedono anche i Comuni” ha affermato il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ospite di Di Martedì. “Ora grazie alla misure già prese siamo su quella strada ma abbiamo di fronte gennaio, febbraio e marzo e dobbiamo essere responsabili – ha avvertito – Dobbiamo sapere che dal 7 gennaio si riparte, ma si riparte mettendo in sicurezza le reti sanitarie il più possibile. Se non lo facciamo durante le feste di Natale, quando dobbiamo farlo…”.

    “In questo momento – ha sottolineato Boccia – la decisione che si aspetta riguarda tre giorni, ovvero 25, 26 e 31 dicembre che tutto il resto del periodo che è già sottoposto a prescrizioni molto chiare. Ritengo che dalle giornate prefestive fino al 6-7 gennaio è più utile chiudere per tutti. Vogliamo chiudere il più possibile. La mia posizione e quella di Speranza sono note, vogliamo condividerle con le Regioni”. “Se la domanda è: si fa il cenone di Natale? La mia risposta è no. Ipotizzare assembramenti è folle. Ipotizzare cenoni oltre i conviventi è una cosa sbagliata. Noi abbiamo il dovere di salvare vite. I cenoni li faremo l’anno prossimo”, ha concluso il ministro degli Affari regionali.

    Nuove misure a Natale e Capodanno: l’ipotesi (più estrema) della zona rossa in Italia

    La zona rossa nei giorni festivi e prefestivi delle due settimane centrali è l’ipotesi più estrema, con la chiusura di negozi e ristoranti dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e all’Epifania. E divieto di spostamenti, come in primavera. Nove giorni di zona rossa.

    Cts, gli esperti sono divisi: più controlli, ma non indicano le nuove misure

    Il governo è spaccato su quanto dura debba essere la stretta e anche gli scienziati si dividono. Dopo una riunione di diverse ore il Comitato tecnico scientifico ha chiesto al governo di intensificare i controlli, ma senza indicare misure restrittive. “Inasprire le misure e aumentare i controlli secondo le indicazioni contenute nel Dpcm del 3 dicembre, modulandole come si ritiene opportuno”. Sono queste le principali indicazioni che il Cts ha messo nero su bianco al termine della riunione, che ha sostanzialmente confermato la necessità di potenziare il dispositivo di controllo degli assembramenti nelle piazze, strade e vie dello shopping in questi giorni che precedono il Natale.

    In sostanza il Cts ha approvato un verbale in cui chiede al governo di intensificare i controlli per evitare assembramenti durante le festività natalizie, ma nello stesso documento non avanza alcuna proposta specifica su nuove restrizioni, nonostante evidenzi la necessità di adottare restrizioni da far seguire con vigore. Per questa ragione i tre direttori generali del ministero della Salute: Achille Iachino, Andrea Urbani e Giovanni Rezza non hanno firmato il verbale finale. Il coordinatore del Cts Agostino Miozzo prova a ricomporre la spaccatura: “Riunione difficile e intensa, alla fine abbiamo raggiunto un accordo sull’indicazione della necessità di inasprire le misure per il controllo della pandemia” ha detto a Cartabianca Miozzo. “Inasprimento delle regole – ha spiegato – vuol dire che dobbiamo stare molto attenti agli spostamenti, che sono una delle determinanti più caratteristiche della diffusione dell’epidemia. Spostamenti che riguarderanno tutto il Paese. Sono spostamenti di gente che va a trovare i familiari, sono congiunti che si riuniscono ma che di fatto sono estranei e l’aspetto drammatico è che si riuniscono dopo molti mesi provenendo da luoghi diversi e potenzialmente sono pericolosi”.

    Miozzo ha specificato che quella di un nuovo lockdown generale “è un’indicazione che nessuno si è sentito di dare. Usciamo da due mesi di restrizioni che hanno dato risultati, questa maledetta curva si è fermata e sta scendendo, gli indicatori sono favorevoli. Ma andiamo incontro a un periodo delicato, con condizioni opposte a quelle che sono necessarie”.

    Non è il medico o l’epidemiologo che decide dove e quando si fa il lockdown. Il lockdown è una decisione politica complessa”, ha rimarcato. “Se io fossi un politico forse mi sentirei” di assumerla, ha aggiunto il coordinatore del Cts ieri sera, “anche perché se si guarda cosa succede al di là dei confini si vede che la stragrande maggioranza dei Paesi dell’Unione sta andando in quella direzione”.

    Quello passato “è stato un weekend drammatico di assembramenti nei locali, nelle vie dello shopping e purtroppo sono situazioni che pagheremo” ha detto il coordinatore del Comitato tecnico scientifico. “Credo che una decisione di serrare le fila dovrà essere presa, anche perché ci proiettiamo verso il 7 gennaio che è una data importante perché i ragazzi dovrebbero tornare a scuola”

    Conte aveva chiesto al Comitato tecnico scientifico di mettere nero su bianco dove, quando e cosa bisogna chiudere, ma gli scienziati non si sbilanciano. Spetterà quindi al governo decidere quanto blindate saranno le feste natalizie in Italia.

    Le misure per la scuola

    Sulla scuola nulla di ufficiale, le fonti del Corriere della Sera però raccontano che tra i ministri, preoccupati dagli 846 morti di ieri, si rafforza l’idea di anticipare l’inizio delle vacanze scolastiche al 21 dicembre. Ed è scontro anche sui licei, con una parte del governo che ritiene troppo rischioso tornare in presenza il 7 gennaio.

    Coronavirus in Italia: gli ultimi aggiornamenti per il Natale

    Sono 14.844 i nuovi casi di positività al Covid registrati nelle ultime 24 ore. Le vittime sono, invece, 846 morti. I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore in Italia sono stati 162.880, (ieri erano stati 103.584) con un rapporto di positivi pari al 9,1% (-2,5% rispetto a ieri). Si confermano in calo i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus. Ad oggi, stando ai dati diffusi dal Ministero della Salute, sono 3.003 (-92) rispetto a ieri. Scendono anche i ricoverati con sintomi passati dai 27.765 di ieri ai 27.342 di oggi (-423). I dimessi o guariti sono aumentati di 21.799 raggiungendo 1.137.416. Gli attualmente positivi in Italia sono 667.303 (-7.806). I casi totali hanno raggiunto quota 1.870.576.

    Balza agli occhi il dato del Veneto che sta sopra i 3mila contagi con tasso di positività del 18%. “Siamo ancora sopra la soglia critica per l’occupazione dei posti in terapia intensiva e di area medica”, spiega il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, alla conferenza stampa sull’analisi della situazione epidemiologica di ieri. “Questo dimostra che le misure restrittive funzionano: le regioni che avevano incidenze più elevate e che sono state sottoposte a misure più restriuttive ora stanno meglio delle altre”.

    Vaccino Covid in Italia entro la Befana

    La campagna di vaccinazione sta per entrare nel vivo anche in Italia, secondo quanto riferiscono fonti dell’Ema, che ieri ha fatto sapere di voler anticipare la riunione di verifica di quello sviluppato dall’americana Pfizer. Se andasse veramente così, in Italia dovremmo essere pronti a partire entro Capodanno, con le prime dosi simboliche – circa 2mila – che potrebbero arrivare già intorno al 26 dicembre.

    Per dare al più presto concretezza a un momento che il Paese attende da 10 mesi. Ma è dall’Epifania in poi che la campagna dovrebbe iniziare a entrare nel vivo, con le circa 3,4 milioni di dosi che l’Italia attende dall’azienda statunitense e le prime vaccinazioni: del personale sanitario e degli operatori e ospiti delle Rsa in tutte le Regioni.

    Leggi anche: 1. Conte: “A Natale serve una stretta. Ma l’Italia non può reggere un nuovo lockdown”; // 2. Quali sono le Regioni dove il Covid uccide di più in Italia //3. Dopo la Germania anche l’Olanda in lockdown a Natale. Londra torna “zona rossa”// 4. Covid, il prof. Remuzzi: “Se il 95% dei cittadini seguisse alla lettera le regole, il virus farebbe molta fatica a circolare”// 5. Covid, Burioni sul vaccino Moderna: “Blocca anche la trasmissione, così il virus è finito”
    TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SUL CORONAVIRUS IN ITALIA E NEL MONDO
    CORONAVIRUS ULTIME NOTIZIE: TUTTI I NUMERI
    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version