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    Allarme terza ondata, scattano microzone rosse e arancioni per fermarla: aumentano i ricoveri

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 24 Feb. 2021 alle 08:58 Aggiornato il 24 Feb. 2021 alle 09:13

    Terza ondata, scattano le microzone

    La terza ondata di Covid inizia a colpire l’Italia all’insegna delle varianti: quella inglese ha raddoppiato i contagi in provincia di Brescia, ma è allarme anche in alcuni comuni dell’Emilia Romagna e del Lazio, in Veneto, Sicilia e Abruzzo. E a un anno dalla prima ondata, torna la preoccupazione per l’aumento dei ricoveri in terapia intensiva in Lombardia.

    Terza ondata, provincia di Brescia in zona arancione

    “A Brescia siamo davanti alla terza ondata del contagio da Covid-19”, ha annunciato il consulente per l’emergenza in Lombardia Guido Bertolaso durante il Consiglio regionale di ieri. Così tutta la provincia, insieme ad altri nove comuni limitrofi, è diventata zona arancione, mentre il resto della Regione si trova in zona gialla.

    “Il problema principale è la variante inglese, che ha fatto aumentare di parecchio il contagio e anche purtroppo i ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive”, ha proseguito Bertolaso. In provincia di Brescia il numero di nuovi casi è doppio rispetto alle altre province lombarde, e la maggior parte dei casi è stato provocato proprio dalle varianti, presenti nell’area “al 39 per cento del totale dei casi”, ha spiegato il Dg al Welfare Letizia Moratti.

    Il nuovo assessore lombardo ha dato disposizione di elevare il livello di attenzione di attività delle Rianimazioni da 3 a 4 per organizzare la struttura di assistenza sanitaria. “Il sistema è già sotto stress”,  ha aggiunto Bertolaso. La zona arancione scattata nei comuni del bresciano è leggermente rinforzata rispetto alla norma: oltre alle normali misure, prevede anche la chiusura delle scuole d’infanzia, elementari e medie, il divieto di recarsi nelle seconde case, l’utilizzo dello smart working dove possibile e la chiusura della attività in presenza.

    Terza ondata, la situazione nelle altre Regioni

    Nel Lazio è scattata la zona rossa nel comune di Torrice, in provincia di Frosinone, “a causa della forte incidenza e presenza della variante inglese”, mentre in una scuola di Roma è stato  rilevato un caso di variante brasiliana. Zona rossa anche nei comuni di San Cipirello e San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo.

    Il virus torna a mordere anche in Veneto, dove si registra una crescita di contagi (1.062 casi nelle ultime 24 ore) e ricoveri, ed in Abruzzo, dove ad oggi 78 persone si trovano in terapia intensiva.

    In Emilia Romagna è stata stabilita la zona arancione scuro, da giovedì 25 febbraio fino all’11 marzo, per 14 comuni dove da alcuni giorni “si registra una situazione di progressiva criticità a causa dell’incremento dei contagi da Covid-19”. La misura riguarda tutti i Comuni che fanno capo all’Ausl di Imola e i confinanti di quattro comuni in provincia di Ravenna.

    La linea del governo

    È previsto per venerdì il nuovo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri dopo la riunione di ieri con il Cts. La via sarà quella della prudenza: confermato il sistema dei colori, in standby lo sport e la riapertura a pieno ritmo di bar e ristoranti, nonostante il pressing di Salvini e di Bonaccini per procedere a una ripartenza mirata. Si lavora invece alla parziale ripresa di cinema e teatri.

    “Riaperture di bar e ristoranti la sera? Non ne abbiamo discusso. Da un punto di vista scientifico dobbiamo essere prudenti ma non c’è catastrofe imminente. Abbiamo il controllo della situazione, vediamo come evolve la pandemia”, ha affermato ieri Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, dopo il vertice con Mario Draghi a Palazzo Chigi.

    Locatelli e Brusaferro non hanno nascosto quanto gli scienziati del comitato siano “spaventati dall’aggravarsi della situazione nelle terapie intensive”. In questo quadro di nuovo drammatico, Speranza invita a muoversi “nel solco della linea europea, che non è certo riaprire tutto”.

    Il ministro lo ha ripetuto nel vertice della cabina di regia politica, al quale gli esponenti dei partiti sono arrivati con posizioni anche opposte, divisi tra rigoristi e aperturisti. Una spaccatura che ha innescato qualche momento di tensione. Ma con la variante inglese che a metà marzo sarà predominante in tutta l’Italia, Mario Draghi ha scelto di continuare sulla linea della massima cautela.

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